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I due aggressori dell'ex sindaco Francesco Coco

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ROCCABERNARDA (KR) – Si è allontanato dalla comunità presso la quale era stato affidato e si è presentato dai carabinieri dicendo: «meglio il carcere». Adesso un ragazzo che aveva 17 anni quando, nel luglio 2022, aggredì a bastonate l’ex sindaco Francesco Coco riducendolo in fin di vita, rischia di beccarsi una condanna pesante e in carcere potrebbe starci un bel po’.

Dopo aver ammesso le proprie responsabilità, il giovane era stato affidato in prova ai Servizi sociali per la durata di due anni e otto mesi dal gup del Tribunale minorile di Catanzaro Gilda Danila Romano, che aveva dato l’ok a un programma di recupero che poteva consentire di estinguere i reati di tentato omicidio, violazione di domicilio e porto ingiustificato di un bastone contestati a due ragazzi. I due erano minorenni quando aggredirono Coco, un ex maresciallo dei carabinieri, nelle immediate pertinenze della sua abitazione. Ridotto in fin di vita, Coco, soltanto perché rimproverava da tempo uno dei due aggressori, nipote del boss locale, che scorrazzava pericolosamente con una minicar.

Il movente, secondo quanto emerso dagli accertamenti dei militari, sarebbe riconducibile a una vendetta – per questo era anche contestata l’aggravante dei motivi abietti – nei confronti di Coco che aveva denunciato i genitori di uno dei due aggressori, il nipote del presunto capo cosca, per una minaccia telematica inviata con un profilo falso dal computer del padre collegato col telefonino della madre. “Bastardo, devi morire”, era scritto, tra l’altro, in quel messaggio in relazione al quale si è celebrato un processo nei confronti dei genitori di uno dei due aggressori. I genitori sono stati assolti e il giudice ha inviato gli atti alla Procura minorile.

Pare che a inviare la mail sia stato proprio uno dei due ragazzi, anche se si erano ritrovati imputati i genitori nel procedimento innescato dalla querela del sanguigno sottufficiale dei carabinieri in pensione, noto anche per le sue numerose denunce contro la criminalità organizzata in seguito alle quali in passato ha subito varie intimidazioni.

Per vendetta, dunque, i due minorenni, agendo con premeditazione e in concorso, col volto coperto da passamontagna, armati di un bastone, nottetempo, avrebbero colpito più volte alla testa e al viso Coco procurandogli un’emorragia cerebrale a livello fronto-parietale. I ragazzi erano stati inchiodati dagli impianti di videosorveglianza della zona, uno venne immortalato mentre si puliva le scarpe prima di entrare a casa di un amico subito dopo il raid.

Il pm Michele Sessa aveva espresso parere favorevole all’ammissione alla prova ma si è opposto alla nuova istanza formulata dal difensore, Antonio Ierardi, che chiedeva di individuare una nuova comunità compatibile col programma di recupero. Il gup ha revocato l’affidamento in prova e il prossimo 26 giugno si celebrerà il processo col rito abbreviato.

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