Andrea Niglia
2 minuti per la letturaTra gli indagati nella maxi operazione Maestrale-Carthago nel Vibonese c’è anche l’ex presidente della provincia di Vibo Andrea Niglia
Tra le persone indagate nell’ambito della maxi operazione Maestrale-Carthago condotta dai Carabinieri di Vibo Valentia coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri, che ha portato al fermo di 61 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di 167 persone, c’è anche l’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia.
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L’accusa mossa a Niglia e a Filippo Mazzeo, già responsabile del servizio amministrativo del comune di Cessaniti, è di avere «in concorso tra loro ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso» collaborato per “truccare” il concorso per l’assegnazione di un posto di istruttore direttivo presso i servizi demografici indetto dal comune di Cessaniti.
In sostanza, secondo l’accusa sostenuta dalla Dda sulla base delle indagini dei carabinieri, devono rispondere, a vario titolo, dei reati di Truffa in concorso formale e personale con le aggravanti a vario titolo anche in questo caso di aver commesso il fatto con abuso di potere e per agevolare una organizzazione ‘ndranghetistica.
OPERAZIONE MAESTRALE-CARTHAGO, LE ACCUSE ALL’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ANDREA NIGLIA
Secondo l’accusa Mazzeo avrebbe consegnato a Niglia «copia dei quiz della prova preselettiva nonché le domande delle successive due prove scritte, nello specifico la prima prova scritta consistente nella redazione di un tema o di domande a risposta aperta (svoltasi in data 13.9.2019) e la seconda prova scritta di carattere pratico, consistente nella redazione di un atto amministrativo».
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Attraverso questa azione Niglia avrebbe indotto «in errore dapprima la commissione esaminatrice del concorso pubblico per esami per la copertura a tempo indeterminato e part time (…) indetto dal comune di Cessaniti in ordine all’idoneità del candidato allo svolgimento di quella determinata mansione e successivamente il comune di Zungri che affidandosi alla predetta valutazione attingeva alla graduatoria relativa alla predetta procedura selettiva assumendo il Niglia presso il proprio ufficio anagrafe con conseguente ingiusto profitto per il candidato ed altrui danno costituito dal dispendio di risorse investite dall’ente locale nell’espletamento della selezione pubblica».
Reato commesso per Mazzeo «con l’aggravante con abuso di poteri o violazione di doveri inerenti la pubblica funzione rivestita da Mazzeo all’interno del Comune di Cessaniti». Mentre in generale viene contestata anche l’aggravante «di avere commesso il delitto al fine di agevolare e rafforzare il sodalizio ‘ndranghetistico (ricostruito nell’indagine, ndr) al fine di insediare all’interno della pubblica amministrazione un soggetto di fiducia della criminalità organizzata, da asservire alle proprie necessità in funzione del rafforzamento della propria influenza sul territorio».
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