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Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal e Giorgia Meloni durante la Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina

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“Contate sempre su di noi”. Così Giorgia Meloni, rivolta al primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ha chiuso ieri l’incontro con la stampa al termine della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina, svoltosi nel Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma. La presidente del Consiglio, con questa iniziativa, chiarisce e rafforza lo spazio di intervento dell’Italia nello scacchiere europeo.

Dopo giorni di polemiche ideologiche – spesso astratte – sulle celebrazioni del 25 aprile, per Meloni è l’occasione per ribadire la mossa più concretamente antifascista di questo passaggio storico: aiutare l’Ucraina. Come spiega la premier, i paesi europei non possono ammettere che “il diritto del più forte prevalga sulla forza del diritto”. Di fronte all’aggressione – fascista, nei fatti – del Cremlino, l’Italia si schiera senza remore dalla parte dell’aggredito, ne appoggia la resistenza con l’obiettivo di ottenerne la liberazione.

Un impegno non negoziabile che dovrebbe far riflettere quelle porzioni di ceto intellettuale e di classe politica che a parole manifestano in difesa della retorica resistenziale e dei valori costituzionali, ma che di fronte alla lotta di liberazione che si sta svolgendo in Ucraina chiedono al governo di astenersi dalla fornitura degli aiuti necessari, specie se militari. Nel corso della Conferenza di Roma, Meloni incassa il ringraziamento del governo di Kiev: è grazie ai generatori di elettricità forniti dall’Italia, per esempio, che i cittadini ucraini sono riusciti a difendersi dal freddo, mentre i russi bombardavano i servizi di erogazione dell’energia per stremare la popolazione.

“L’Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi a sostegno dell’Ucraina sul piano politico, militare, umanitario e anche della ricostruzione per alcune infrastrutture strategiche nelle aree liberate e soprattutto per il domani”, promette la Meloni. Se, alla fine della seconda guerra mondiale, fu l’Italia in macerie a godere del sostegno degli alleati per la ricostruzione del paese, oggi tocca al nostro paese prendere l’impegno di aiutare l’Ucraina nella ricostruzione dopo le devastazioni subite.

Il tema della ricostruzione diventa strategico per il governo italiano. Sul piano geopolitico, significa investire in modo risoluto sulla prospettiva della vittoria di Kiev e sull’ingresso dell’Ucraina in Europa. “Bisogna riconoscere gli sforzi enormi di Kiev, anche durante la guerra, per riformare il suo sistema e avvicinarlo ai target richiesti dalla Commissione. È fondamentale riconoscere quello sforzo accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all’Ue”, afferma Meloni. Ringraziando la presidente del Consiglio, le istituzioni e il popolo italiani, il premier ucraino Denys Shmyhal sottolinea: “L’Italia è stata chiave nel sostegno all’Ucraina per l’adesione dell’Ue, lo ricorderemo”. Parole che riconoscono il ruolo di leadership del nostro paese nel processo di democratizzazione e di europeizzazione di quel paese martoriato.

Ma la ricostruzione ha un enorme valore anche sul fronte geoeconomico. Con la conferenza di Roma, l’Italia mette a disposizione le sue risorse per ripristinare i servizi di interesse generale (dai trasporti all’energia), per riedificare le abitazioni civili e per rilanciare le attività agricole dopo le devastazioni (in proposito, il ministro degli esteri Antonio Tafani avvisa: “la Russia dovrà pagare per le distruzioni che ha causato”). Per farlo il governo ha coinvolto ieri a Roma 650 imprese italiane e 150 imprese ucraine con l’obiettivo di creare partnership proficue in vari settori. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha ricordato il contributo italiano al fondo di garanzia Bei ‘EU for Ukraine’ di recente costituzione, con una garanzia di 100 milioni di euro.

“Le imprese ucraine – dice Giorgetti – hanno dimostrato un’enorme resilienza, la maggior parte delle attività sono state ripristinate”. Ma le stime dei fabbisogni sono ingenti e “per il periodo 2023/2033 superano i 400 miliardi di dollari”. Giorgetti avverte che “le risorse della comunità internazionale non saranno mai sufficienti senza il pieno coinvolgimento del settore privato e l’introduzione, anche con una certa creatività finanziaria, di modalità innovative per fare maggiore leva sulle risorse pubbliche”.

In ogni caso, sottolinea Meloni, per gli imprenditori italiani “non si tratta di un azzardo”, bensì, aggiungiamo noi, di una straordinaria opportunità di investimento. In videocollegamento da Kiev, Volodymyr Zelensky ricorda che l’Ucraina ha tante risorse da offrire al mercato globale: “Siamo in grado di fornire il cibo per milioni di famiglie in vari Paesi. Abbiamo gas naturale, litio, abbiamo tantissime materie prime e possiamo sostituire i russi in tanti settori, quei russi che hanno puntato sulla guerra invece che sullo sviluppo”. La ricostruzione, insomma, può diventare una grande occasione per tutti.


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