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Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti

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Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti gettano acqua sul fuoco dopo l’altolà della Corte Ue sui balneari: «Opereremo con giudizio»

C’è baruffa nell’aria tra Bruxelles e Roma. La questione divisiva è quella delle concessioni balneari che il nostro Paese ha deciso di rinnovare “tout court” in base a quanto disposto da una propria legge senza passare da una procedura di assegnazione ad evidenza pubblica, mentre la Commissione europea ritiene che l’Italia sia tenuta ad applicare la legge europea basata sui principi della libera concorrenza e della trasparenza. Senza una marcia indietro, il nostro Paese rischia di essere deferito alla Corte di Giustizia.

Ma a far chiarezza è intervenuta ieri una sentenza della Corte di Giustizia Ue secondo cui le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. La Corte ha sottolineato che i giudici e le autorità amministrative sono tenute ad applicare le norme di diritto dell’Ue “disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi”.

BALNEARI, SALVINI E GIORGETTI: «OPEREREMO CON EQUILIBRIO»

Il Consiglio dei ministri convocato ieri per proseguire l’esame del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 e l’esame di leggi regionali, non si è pronunciato nella collegialità. Ma alcuni ministri sì. La sentenza «diciamo che ce l’aspettavamo, non è che sia una sorpresa. Si farà la mappatura e le cose che si devono fare» ha detto ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. «Ma con equilibrio e con buon senso» ha aggiunto. Ottimistica la “lettura” della sentenza da parte del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, secondo il quale «è un grande successo per l’Italia e che ci permette di tutelare migliaia di famiglie e di imprese balneari. La nuova mappatura delle spiagge sarà fatta dal Mit e, come sempre, verranno utilizzati criteri di buonsenso».

IL DETTAGLIO DEL PROVVEDIMENTO SUI BALNEARI COMMENTATO DA SALVINI E GIORGETTI

Entrando nel dettaglio del provvedimento giurisdizionale, la Corte dichiara che la direttiva Ue si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che presentino un interesse transfrontaliero certo o che riguardino una situazione i cui elementi rilevanti rimangono tutti confinati all’interno di un solo Stato membro. In secondo luogo, il diritto dell’Unione «non osta a che la scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili sia valutata combinando un approccio generale e astratto, a livello nazionale, e un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero del comune in questione. È necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati.»

Secondo il diritto dell’Ue per l’assegnazione di concessioni di occupazione del demanio marittimo, gli Stati devono applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali.

IL NODO DELLA DURATA DELLE AUTORIZZAZIONI

L’autorizzazione e rilasciata per una durata limitata adeguata e non può prevedere la procedura di rinnovo automatico. Sebbene tali disposizioni siano state recepite nell’ordinamento giuridico italiano, la legge n. 145 del 2018 ha previsto che le concessioni in essere fossero prorogate fino al 31 dicembre 2033, al fine di disporre del tempo necessario allo svolgimento di tutte le attività essenziali per la riforma delle concessioni. Spiega la Corte che conformemente alla legge nazionale, il Comune di Ginosa (Taranto) ha prorogato, con delibera del 24 dicembre 2020, le concessioni di occupazione del demanio marittimo nel suo territorio.

Ritenendo che tale delibera violasse i principi di concorrenza e libertà di stabilimento, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha notificato al Comune un parere motivato, ricordandogli l’obbligo di una previa procedura ad evidenza pubblica e rilevando che le disposizioni nazionali di proroga automatica delle concessioni dovevano essere disapplicate. Il Comune, però, non si è adeguato e l’Agcom ha presentato un ricorso al Tar della Puglia diretto all’annullamento della delibera municipale.

Pur ritenendo che le disposizioni nazionali siano incompatibili con la direttiva relativa ai servizi nel mercato interno, il Tar dubita del carattere di applicazione automatica della direttiva e dell’effetto di esclusione delle norme nazionali difformi. Inoltre, il giudice dissente dall’orientamento del Consiglio di Stato italiano secondo cui la direttiva 123 del 2006 è una direttiva di liberalizzazione e non già di armonizzazione.

IL GIALLO DELL’INCONTRO TRA BRETON E MELONI

Infine, piccolo “giallo” sulle dichiarazioni del commissario al mercato interno Thierry Breton. Ieri mattina, durante un briefing, ha detto di avere parlato la scorsa settimana di concessioni balneari a Roma con la premier Meloni, sostenendo che lei avesse «garantito che le autorità nazionali assicureranno molto presto l’applicazione delle regole europee, ciò significa che procederanno ad allineare la legislazione italiana».

Ma nel pomeriggio è arrivata la smentita. «Voglio chiarire – ha detto in una nota la portavoce responsabile del mercato interno – che l’incontro del 13 aprile fra il commissario Thierry Breton e la premier Giorgia Meloni non era su questo tema e che nessuna delle parti ha preso impegni sui passi successivi relativi, evidentemente, alle stesse concessioni».


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Francesco Ridolfi

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