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Massimo Giletti

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Massimo Giletti e la sospensione di Non è l’Arena, quegli audio di ‘ndrangheta stragista acquisiti dalla redazione del giornalista che però non ascolteremo

REGGIO CALABRIA – C’è un filo conduttore sottotraccia che Massimo Giletti, da qualche mese, aveva cominciato a seguire. Un filo che collega Firenze a Palermo, passando per Reggio Calabria. Un filo che lega diverse inchieste, ma con unico obiettivo: far luce sul periodo stragista (1992-1993) in cui la mafia aveva deciso di alzare il tiro ed in cui avrebbe avuto inizio la cosiddetta “trattativa Stato-mafia”.

Ieri sera la solita puntata di Non è l’Arena, il programma di Giletti, non è andata sugli schermi, perché l’emittente La 7, giovedì scorso, con una decisione sorprendente e clamorosa ha deciso di interrompere la trasmissione del noto giornalista. Negli ultimi tempi Giletti, oltre che all’arresto di Mattia Messina Denaro ed altri argomenti a lui molto cari, come il dibattito sul “carcere duro” per i reati previsti dal 41 bis, si era concentrato sulla presunta “trattativa Stato-mafia” anche per la diluizione dell’ergastolo ostativo.

Da ciò l’intervista lo scorso autunno a Salvatore Baiardo, il gelataio di Omegna, noto alle cronache per essere stato un uomo fiducia dei fratelli Graviano. L’intervista, inizialmente, passata in secondo piano, diventava uno scoop il giorno dell’arresto del superlatitante Mattia Messina Denaro.

Il gelataio di Omegna, nell’intervista mandata in onda il 5 novembre, aveva accennato al possibile arresto di Messina Denaro, poi effettivamente avvenuto due mesi dopo, precisamente il 16 gennaio. I giornali titolarono “Giletti e la profezia dell’arresto di Messina Denaro”.

L’INTERESSE VERSO ‘NDRANGHETA STRAGISTA

In tale contesto, Giletti, a fine febbraio, all’improvviso, comincia a interessarsi pure al processo calabrese “’Ndrangheta stragista”, in scena presso la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria e in dirittura d’arrivo per il verdetto.
In un processo che sta per arrivare alla sentenza d’Appello, ci può essere poco di inedito. Eppure, qualcosa aveva destato l’attenzione dell’anchorman. Ma cosa?

Proprio una ventina di giorni fa, il 25 marzo, si è concluso il secondo grado di giudizio del summenzionato procedimento, con la conferma delle condanne stabilite in primo grado, fra cui quella all’ergastolo, per il siciliano Giuseppe Graviano, condannato assieme ad un esponente della ndrangheta calabrese. Condanna relativa all’omicidio di due carabinieri, Fava e Garofalo “rientrante nelle cosiddette stragi continentali – recita l’Ansa che ha diffuso la notizia della sentenza d’Appello – che hanno insanguinato il Paese nella prima metà degli anni ’90”.

L’INCHIESTA ‘NDRANGHETA STRAGISTA CHE GILETTI STAVA SEGUENDO

Nell’inchiesta, pervenuta a condanna, il procuratore aggiunto di Reggio, Giuseppe Lombardo, si è più volte soffermato sulla “trattativa Stato-mafia” di quei primi anni ’90. Giletti comincia a interessarsi a questo processo, come detto, a fine febbraio. Quindi manda in tv l’audio di una recente intercettazione, transitata su richiesta del pm, nel processo d’Appello “Ndrangheta stragista”. L’interesse del conduttore televisivo verso l’inchiesta calabrese va, però, aumentando e arriviamo a domenica 2 aprile (la stessa sera manderà in onda l’audio in cui Graviano durante il processo a Reggio, dove spiega come fece a concepire un figlio trovandosi detenuto al 41 bis) quando incarica uno dei suoi collaboratori di scandagliare ancor meglio i faldoni del processo.

«Nei fascicoli di ndrangheta stragista – affermava Giletti – potrebbe esserci molto di più di quello che pensiamo e per questo mi interessa molto». L’interesse del giornalista televisivo si concentrava soprattutto su alcuni audio-contenuti di determinate deposizioni in dibattimento.

Ora, a seguito della chiusura di Non è l’Arena, scopriamo che Giletti, lo scorso mese di febbraio, era stato sentito dai magistrati di Firenze nella veste di persona informata sui fatti, in merito ad una complicata vicenda, in cui gli inquirenti sono alla ricerca di un ulteriore tassello a comprova del teorema sulla trattativa “Stato-mafia”. Quegli audio che cercava la domenica prima di Pasqua, Giletti li ha poi trovati. Ma non ha fatto in tempo a mandarli in onda. 

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