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Il tribunale di Catanzaro

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Confermate 31 condanne in appello, pene ridotte per 20 dei 31 imputati, regge l’accusa nell’operazione Crisalide 3 contro le ‘ndrine lametine

LAMEZIA TERME – Confermate 31 condanne in appello, con pene ridotte nei confronti di 20 dei 31 imputati. Per alcuni dei quali è stata confermata l’assoluzione per il capo riguardante l’associazione mafiosa. In primo grado (maggio 2021) al termine del processo in abbreviato, il gup di Catanzaro aveva inflitto 32 condanne e assolto 9 imputati. Il pm Chiara Bonfadini aveva chiesto la condanna per tutti i 41 imputati per complessivi 3 secoli e mezzo di carcere.

Una sentenza impugnata sia dal pm che dalle difese per 34 imputati. Per loro ora la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Antonio Giglio; consiglieri Maria Rosaria Di Girolamo e Barbara Saccà) ha rideterminato le pene, riducendole per 20. Per altri 2 sono state confermate le assoluzioni e per un altro imputato non si è proceduto perché nel frattempo deceduto.

I DETTAGLI DELLE ACCUSE PER GLI IMPUTATI DI CRISALIDE 3

Questa la sentenza di secondo grado emessa nell’ambito del processo “Crisalide 3” scaturito dall’omonima operazione scattata il 14 settembre 2019 con 28 arresti (in tutto furono 51 gli indagati). Le accuse furono di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, coltivazione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione, ricettazione e danneggiamenti. In particolare, secondo la Dda, il traffico di droga avrebbe rappresentato un vero proprio business. Attività attuata tramite un controllo totale e capillare del territorio da parte della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri. Un fiume di droga (cocaina, marijuana e eroina e altro) spacciata dai “picciotti”.

Diverse, inoltre, le estorsioni contestate ad alcuni imputati. Tra queste quelle al socio di un bar costretto a consegnare a titolo estorsivo in due distinte tranche la somma di 250 euro. Denaro consegnato direttamente nella mani di Luciano Arzente (ora collaboratore di giustizia) che avrebbe agito su mandato di Antonio Paradiso. E c’era anche chi si sarebbe fatto consegnare dal titolare di un negozio di ferramenta gratuitamente merce varia. Così come una scontistica particolare chiesta a titolare di negozi di abbigliamento.

Per non parlare degli attentati intimidatori a scopi estorsivi ma anche verso chi non si era piegato. In particolare sarebbero stati fabbricati anche quattro ordigni esplosivi di tipo artigianale. Obiettivo commettere l’intimidazione ai danni del “Bar del Vino” nella serata tra il 29 e il 30 marzo 2017. Un secondo congegno esplosivo veniva fatto deflagrare nel pomeriggio del 30 marzo 2017 in un terreno isolato, per verificarne l’efficienza. Mentre una terza bomba veniva impiegata per l’attentato alla panetteria  “il fornaio”.

OPERAZIONE CRISALIDE 3, ECCO LE CONDANNE COMMINATE IN APPELLO

Queste le condanne comminate in Appello per l’operazione Crisalide con le pene rideterminate (alcune con richiesta di concordato fra le parti) per 20 dei 31 imputati:

Antonio Miceli, 11 anni e 66 mila euro di multa; Francesco Gigliotti, 7 anni e 10 mesi; Antonio Saladino, 13 anni e 11 mesi; Luigi Vincenzini, 7 anni e 8 mesi; Teresa Torcasio, 10 anni, 2 mesi e 20 giorni; Davide Belville, 10 anni; Giuseppe Costanzo, 2 anni e 8 mesi; Nicholas Izzo, 7 anni; Pasquale Caligiuri, 10 anni, 6 mesi e 10 giorni; Antonio Paola 8 anni, 10 mesi e 10 giorni; Massimo Gualtieri, 8 anni 7 mesi e 10 giorni; Saverio Torcasio, 8 anni e 6 mesi, assolto per un capo;
Salvatore Fiorino 8 anni e 2 mesi, assolto per altro capo; Antonio Franceschi, 5 anni e 10 mesi; Rosario Franceschi, 7 anni, 11 mesi e 20 giorni; Alessio Morrison Gagliardi, 11 anni 7 mesi e 10 giorni; Domenico De Rito, 9 anni e 3 mesi; Antonio La Polla, 1 anno e 4 mesi; Carlo Sacco, 1 anno e 6 mesi; Filippo Sacco, 1 anno e 6 mesi.

Condanne confermate: Antonio Grande 9 anni (assolto per associazione mafiosa); Giuseppe Galluzzi, 8 anni; Piero De Sarro, 8 anni e 8 mesi; Alessandro Trovato, 4 anni e 2 mesi; Giovanni Torcasio, 1 anno; Antonio Gullo, 3 anni; Ottorino Rainieri 3 anni e 6 mesi; Cristian Greco 9 anni e 4 mesi; Salvatore D’Agostino 2 anni; Antonio Paradiso, 1 anno e 4 mesi; Pasquale Cerra, 1 anno. Assoluzioni confermate per Pasquale Gullo e Giuseppe Gullo. Revocata, inoltre, la libertà vigilata per tre anni nei confronti di Pasquale Caligiuri, Piero De Sarro, Salvatore Fiorino, Antonio e Rosario Franceschi, Antonio Grande, Cristian Greco, Nicholas Izzo, Antonio Miceli, Antonio Paola, Antonio Saladino, Saverio Torcasioe Luigi Vincenzini.

LE PENE ACCESSORIE TRA CONFERME E REVOCHE

Revocata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per Pasquale Caligiuri, Giuseppe Costanzo, Antonio Paola, Antonio Saladino, Saverio Torcasio. Alcuni imputati sono stati condannati a risarcire le parti civili (Comune di Lamezia e Associazione antiracket Lamezia rappresentati dagli avvocati Caterina Restuccia e Carlo Carere). Il collegio difensivo era composto dagli avvocati: Francesco Gambardella, Ramona Gualtieri, Salvatore Cerra, Lucio Canzoniere, Giuseppe Spinelli, Antonio Larussa, Aldo Ferraro, Michele Cerminara, Gianluca Careri.

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Francesco Ridolfi

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