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In Italia poco più della metà dei bambini e ragazzi legge abitualmente: solo il 51,9% dei residenti tra 6 e 17 anni lo fa. Nel contrasto alla povertà educativa l’accesso alla lettura rappresenta uno strumento potentissimo di crescita personale e di consapevolezza per favorire l’avanzamento nell’istruzione e l’ascensore sociale.

Se il 73,5% dei minori che sono figli di lettori sono lettori abituali, quando né il padre né la madre leggono la quota scende al 34,4%. Su questo fronte permangono ancora “profondi” i divari territoriali. Al Sud, in Sicilia e Calabria solo un minore su tre legge abitualmente.  In Emilia Romagna leggono invece abitualmente due ragazzi su tre in età 6-17 anni.

A disegnare la mappa delle disparità nell’accesso alla lettura è stata la Fondazione Openpolis, segnalando contestualmente il ruolo cruciale delle biblioteche, considerate “strategiche”, soprattutto quando destinate a bambini e ragazzi, nel contrasto alla povertà educativa. La loro potenzialità di rappresentare luoghi dove i giovani possono studiare, ma anche incontrarsi magari dopo la scuola, ne fa  spazi di aggregazione e socialità che, specie quando in famiglia l’abitudine alla lettura non è coltivata, difficilmente trovano eguali sul territorio, in particolar modo se si tratta di aree interne o piccoli comuni.

Nel 2021 le biblioteche hanno indirizzato nel 12,4% dei casi i propri progetti di inclusione verso le persone che soffrono la povertà economica, culturale o educativa. Il Sud si è distinto per essersi mostrato in prima linea con le sue biblioteche contro la povertà educativa, con percentuali molto più elevate rispetto alla media nazionale. La  Puglia,  con oltre una biblioteca su 4 impegnata in progetti di inclusione, guida il gruppo delle prime quattro regioni in testa, con la Basilicata, la Calabria e la Campania.  

ISTRUZIONE E CONTESTO INCIDONO SULLE ABITUDINI DI LETTURA

L’ambiente familiare esercita un influsso rilevante sull’abitudine alla lettura. Se i genitori non leggono, poco più di un terzo dei figli legge. Nella sua indagine dello scorso dicembre l’Istituto Nazionale di Statistica aveva evidenziato quanto il fattore istruzione costituisca un  elemento determinante per le abitudini di lettura degli italiani, mettendo in luce anche il ruolo del contesto  territoriale, ovvero quali fossero le  aree del Paese con una più spiccata consuetudine con  la lettura.  Ne era emerso pertanto che legge libri il 71,5% dei laureati, il 46,8% dei diplomati e solo il 26,3% di chi possiede al massimo la licenza elementare.

Un’abitudine alla lettura, continuava l’ISTAT, che “continua a essere più diffusa nelle regioni del Centro e del Nord Italia: ha letto almeno un libro il 48% delle persone residenti nel Nord-ovest, il 46,3% di quelle del Nord-est e il 44,4% di chi vive al Centro. Al Sud la quota di lettori è pari al 29,5% mentre nelle Isole la realtà è molto differenziata tra Sicilia (27,4%) e Sardegna (42,6%), fortemente a favore di quest’ultima”. L’Istat segnalava tuttavia “l’aumento significativo rispetto all’anno precedente (+4%) della quota di lettori in Calabria e Basilicata”.

 La correlazione fra grado di istruzione dei lettori adulti, fra i quali sono compresi anche i genitori dei minori e la loro distribuzione sul territorio offre gli elementi per spiegare le disparità territoriali nell’abitudine alla lettura fra i ragazzi in età 6-17 anni.  In Italia, prima della pandemia, in Emilia Romagna e Valle d’Aosta quasi i due terzi dei residenti fra i 6 e i 17 anni erano lettori abituali. L’incidenza più bassa di lettori abituali tra bambini e ragazzi durante il tempo libero si registra viceversa nelle regioni del Sud. In Calabria e Sicilia sono poco più di un terzo del totale, in Campania sono circa quattro su dieci, il 38,2%. In Molise, Puglia e Basilicata superano di poco il 40%.

AL SUD BIBLIOTECHE IN PRIMA LINEA CONTRO LA POVERTÀ EDUCATIVA 

Si legge di più nelle grandi aree metropolitane – il 49,9% degli abitanti dichiara di farlo – e molto meno – nel 35,6% dei casi – nei Comuni con meno di 2mila abitanti. Di qui, segnala Openpolis, “è proprio nelle aree deprivate, dove i dati pre-pandemici indicano una minor incidenza di lettori tra i bambini, che si registrano i maggiori sforzi nel contrasto della povertà educativa attraverso la rete delle biblioteche, nel 2021”. Oltre alla Puglia, che nel 2021 si è distinta davanti a tutte le regioni per la quota di biblioteche, il 28,1%, che hanno promosso progetti di inclusione verso persone in povertà economica, educativa o culturale, si sono distinte la Basilicata, con il 22,5%  delle biblioteche, la Calabria, con una struttura circa su cinque  (19,3%) e  la Campania (19%). In Sardegna sono state il 17,1% le biblioteche impegnate in progetti di inclusione e in Abruzzo il 14,5%. Viceversa, nel Lazio le biblioteche attive su questo fronte  sono state al di sotto della media nazionale, il 10,8% e in Lombardia soltanto il 10,4%.

UNA BIBLIOTECA SU DIECI “DEDICATA” A BAMBINI E RAGAZZI. MA NELLE AREE INTERNE SONO DI PIÙ 

I progetti di inclusione sono stati attivati soprattutto dalle biblioteche collocate in piccole città e nei comuni con una popolazione fra i 30 e i 50 mila abitanti (nel 16,8% dei casi). Un altro dato interessante riguarda le biblioteche “dedicate” a bambini e ragazzi. In base al censimento condotto dall’Istat, in Italia circa una biblioteca su dieci, pari al 10,6% del totale, si rivolge a bambini e ragazzi come utenti principali, sebbene le percentuali in  alcune regioni del Centro e del Sud  siano ben più elevate, a riprova del fatto  che le biblioteche  spesso suppliscono alla carenza di servizi per i giovani nelle aree più interne del Paese.

Sono dedicate a bambini e ragazzi il 27,3% delle biblioteche in Molise, il 18,1% dell’Umbria, il 18% delle Marche, il 16,7% in Basilicata e il 15% in Puglia. A Lecce sono dedicate a bambini e ragazzi il 26,6% delle biblioteche e a Campobasso la percentuale raggiunge il 32,6%. Quanto infine alla densità delle strutture dedicate rispetto alla popolazione sul territorio, fra le città del Sud che hanno almeno 15 biblioteche ogni 10 mila residenti tra 0 e 17 anni c’è soltanto Cagliari. Mentre hanno meno di 2 biblioteche per ragazzi ogni diecimila residenti in età 0-17 anni i comuni di Andria, Reggio Calabria, Brindisi, Grosseto, Imperia, Ragusa, Barletta e Terni.


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