Il Cara Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto
3 minuti per la letturaISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – Scoppia la polemica sull’accoglienza riservata all’interno del Cara Sant’Anna ai sopravvissuti al drammatico naufragio nel mare di Steccato di Cutro.
La fa esplodere la ricercatrice e attivista per i diritti dei migranti, Alessandra Sciurba, osservando in un post pubblicato su Facebook: «La certezza che questo Paese abbia delle colpe imperdonabili ti toglie il fiato, quando scopri, com’è successo a noi oggi, entrando dentro il Cara di Crotone, prima col Comune e poi con l’onorevole Franco Mari, dove sono stati collocati i sopravvissuti».
I superstiti delle «famiglie spezzate, di cui tutta Italia ha pianto la tragedia – denuncia la scrivente – sono reclusi in due capannoni, antistanti al Centro, due magazzini. Un hotspot improvvisato, con la metà dei letti che servirebbero, gli altri dormono sulle panche. Donne e minori in mezzo agli uomini adulti. Il bagno in comune. Le pareti scrostate, nessun riscaldamento. Niente lenzuola. Niente scarpe chiuse».
I superstiti non hanno – prosegue – «nemmeno la possibilità, essendo confinati lì, se non per poche uscite programmate e scortate, di restare accanto alle bare e ai parenti, venuti qui, a Crotone, da lontano, per identificare e piangere i morti». Il suo monito è: «Non dormite sonni tranquilli, pensando che almeno ai sopravvissuti sia riservata una solidarietà vera, fatta di rispetto e diritti. Oltre alla verità e alla giustizia sulla morte delle loro famiglie-conclude- è loro negata adesso, in terra italiana, anche la dignità delle vittime».
Alessandra Sciurba è arrivata a Crotone, venerdì sera, con una parte dei componenti della clinica legale “Migrazioni e diritti” dell’università di Palermo e con altre associazioni. Si sono resi utili, aiutando per due giorni la responsabile organizzativa dei servizi sociali, Alessandra Mesoraca, e le sue colleghe assistenti sociali del Comune di Crotone a compilare i moduli per il rimpatrio delle salme. «Qui serve tutto. Ben oltre la commozione e le visite brevi delle istituzioni», è una delle ulteriori sottolineature della ricercatrice e attivista Sciurba. Che, prima di partire, ha inteso scrivere la sua esplosiva cronaca da Crotone. La replica spetta al Comitato di Crotone della Croce Rossa Italiana, che gestisce il Cara in regime di proroga, avendo vinto la relativa gara d’appalto (indetta dalla Prefettura) nel 2018.
Dal 2021, il Comitato della Cri è commissariato. Lo regge la commissaria Pia Ciliana, che, ieri, quando hanno sottoposto alla sua attenzione il sopra citato post, ha deciso di non diramare una nota di smentita. «Rispondo solo alle domande del Quotidiano. Non rispondo alle accuse strumentali – mette in evidenza la commissaria della Cri – I sopravvissuti sono stati e sono assistiti nel miglior modo possibile. Sono seguiti da un team di psicologi, venuti anche da fuori. Non gli manca assolutamente nulla. Gli ambienti sono riscaldati. Abbiamo distribuito i kit di ingresso, vestiti, coperte, scarpe. Sono stati sistemati in una zona, che potesse consentirgli l’ingresso nel campo, una sistemazione studiata insieme alla Prefettura».
I volontari della Cri -aggiunge- «accompagnano i sopravvissuti, assecondando la loro richiesta di andare a pregare sulle bare dei loro familiari, così come altre richieste», Nei fatti, la commissaria Ciliana ha smentito tutte le notizie diffuse dall’attivista Sciurba, seppure senza polemizzare.
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