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Secondo la guardia di finanza la zona sarebbe stata edificata senza i pareri e le autorizzazioni necessarie. I nomi delle persone coinvolte

VIBO VALENTIA – La Guardia di finanza di Vibo Valentia, su delega della Procura della Repubblica, ha eseguito il sequestro di 47 immobili nel quartiere “Buffetta” del capoluogo di provincia.

Secondo le indagini delle Fiamme Gialle, le costruzioni sono state realizzate in zona a rischio idrogeologico ed in violazione della normativa urbanistica.

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Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, nei confronti di 13 indagati vanno dalla lottizzazione abusiva a scopo edificatorio, alla realizzazione di costruzioni in totale assenza o in difformità dalla concessione edilizia e all’omessa denuncia di lavori. 

Le tredici persone raggiunte da un avviso di garanzia sono: Rosario Russo, 55 anni; Grabriele Corrado, 59; Domenico Crudo, 82; Antonio Fusca, 42; Domenico Fusca, 53; Elio Fusca, 43; Leonardo Fusca, 50; Vittoria Fusca, 51; Pietro Macrì, 52; Francesco Ramondino, 66; Salvatore Ramondino, 60; Raffaele Russo, 82; Antonietta Soriano, 65.

Secondo l’indagine, avviata a suo tempo dal pm Santi Cutroneo, l’area dove sono state realizzate le costruzioni sequestrate è da considerarsi, peraltro, a rischio idrogeologico in quanto la stessa insiste su una zona che, secondo una perizia tecnica commissionata dalla Procura della Repubblica, è interessata da un movimento franoso in atto. Rischio che non può non ritenersi ulteriormente sollecitato dagli interventi edilizi abusivi al centro del sequestro.

«L’inchiesta odierna si inserisce in un discorso più complessivo che riguarda problematiche sulla tutela dell’ambiente e del territorio della città. Un territorio che ha già in passato mostrato tutti i suoi segni di fragilità». A riferirlo è il procuratore capo Mario Spagnuolo che ha parlato della genesi dell’inchiesta con il sequestro richiesto qualche tempo addietro dal pm Santi Cutroneo che aveva portato al sequestro di un grosso muro di contenimento del fenomeno franoso nella zona, poi finito in prescrizione.

«Si è scoperto che l’area in questione – ha aggiunto Spagnuolo – era destinata ad uso agricolo ma col tempo è diventata una delle zone residenziali più importanti della città. Il problema è che la maggior parte era privo di titolo abilitativo. Non avevano, cioè, le concessioni edilizie e quelle poche in possesso avevano ottenuto la sanatoria che ci ha impedito di porle sotto sequestro».

Dalle indagini è inoltre emerso che molti residenti non pagavano neanche le tariffe su casa o immondizia essendo, così, completamente sconosciuti al fisco comunale. Comune che a sua volta aveva presentato denunce nel corso degli anni e che adesso sarà chiamato, una volta ricevute le carte dell’indagine, a mettere in atto i dovuti provvedimenti amministrativi.

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