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L'ormai ex sindaco di Sant'Onofrio Antonino Pezzo

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A poco meno di un anno e mezzo di mandato al Comune di Sant’Onofrio, la metà più uno dei consiglieri rassegna le dimissioni: cade l’Amministrazione del sindaco Antonino Pezzo

SANT’ONOFRIO (VV) – Giunge al capolinea con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale, l’esperienza amministrativa della maggioranza guidata dal sindaco Antonino Pezzo. A poco meno di un anno mezzo dalla vittoria elettorale dell’ottobre 2021 cade la maggioranza e arrivano le dimissioni collettive della metà più uno dei consiglieri del Comune di Sant’Onofrio che così facendo mettono la parola “fine” ad un mandato caratterizzato da numerose e mai sopite fibrillazioni politiche.  

A sottoscrive le dimissioni in blocco sono i consiglieri Giuseppe Alibrandi (ex presidente del Consiglio), Annamaria Donato (ex assessore) – fuoriusciti dalla maggioranza lo scorso anno e transitati all’opposizione con il gruppo “Costruiamo il futuro” -, il gruppo di minoranza “Tre Spighe” composto dal già sindaco Onofrio Maragò, da Pietro Petrolo, Gregorio Profiti e Felice Antonio Casuscelli, e il consigliere Domenico Pileci, che, fino ad oggi, era in quota maggioranza.

Le tappe che hanno portato alle dimissioni in blocco al Comune di Sant’Onofrio

Neanche 18 mesi a dir poco travagliati per il sindaco-architetto che non è riuscito a tenere insieme i pezzi di un’esperienza dichiaratamente di centrodestra in cui non sono mancate interferenze di carattere apertamente politico. Nel giro di pochi mesi il primo cittadino ha visto letteralmente sfaldarsi la sua Giunta e la sua stessa maggioranza. Ad aprire le danze fu l’assessore esterno al Bilancio Giosuè Monardo che, nel settembre 2022, gettò la spugna adducendo motivazioni personali.

A breve giro di posta fu la volta del presidente del Consiglio Giuseppe Alibrandi che, dando seguito alla sua decisione, transitò nei banchi dell’opposizione fondando il gruppo “Costruiamo il futuro”. A quel gruppo aderirono anche i due assessori Rossana La Fortuna (rimasta fedele al sindaco Pezzo fino alla fine) e Annamaria Donato, quest’ultima subentrata in Giunta dopo le dimissioni di Monardo. Ma anche per la Donato si trattò di una breve parentesi, in quanto venne sfiduciata dal sindaco Pezzo dopo poche settimane dal conferimento dell’incarico con una motivazione che fece molto discutere. All’assessore il sindaco rimproverò una «irritante altezzosità» tale da convincerlo a revocarle il mandato fiduciario.

Mosse, unite a diversi elementi di divergenza sollevati dai consiglieri già appartenuti alla sua maggioranza, che ora sono costati la fine della consiliatura, sancita dalle dimissioni di sette consiglieri su 13 membri, sindaco compreso, dell’assise comunale. Sette, «tutti consiglieri comunali del Comune di Sant’Onofrio – scrivono i dimissionari -, poiché sono venute meno le condizioni necessarie per espletare dignitosamente la continuazione del proprio mandato elettorale fino alla sua natura scadenza, rassegnano le dimissioni dalla carica».

L’ex presidente del Consiglio Alibrandi: «Scelta dettata da senso di responsabilità»

A sbottonarsi un po’ di più è l’ex presidente del consiglio Alibrandi che, da tempo, insieme al suo gruppo politico di riferimento, aveva messo nel mirino l’obiettivo di chiudere la parentesi Pezzo. «Bisogna avere il coraggio di perseguire le proprie idee difendendole, esprimendole e lottando con determinazione – ha scritto in un post -. Molte volte ciò richiede il compimento di scelte difficili ed azioni importanti con un’altrettanta importante assunzione di responsabilità. Si chiama libertà, si chiama democrazia. Abbiamo rassegnato le nostre dimissioni dal Consiglio Comunale. Un’amministrazione che non rappresentava più la maggioranza dalla popolazione. È giusto che i cittadini tornino ad esprimersi nelle urne».

E lo faranno, dopo l’insediamento del commissario prefettizio che dovrebbe avvenire nelle prossime ore, al primo turno utile come prevede il Testo unico degli enti locali.

Il gruppo Tre Spighe: «Chi semina vento raccoglie tempesta»

Parla di «Un atto fortemente politico» il gruppo di minoranza delle Tre Spighe ma evidenzia al contempo come alla base di esso vi sia «la personalità e l’insofferenza di colui che doveva essere il primo cittadino, il rappresentante di una comunità, e che invece in 503 giorni ha dimostrato di sentirsi il “padrone” del paese e, grazie anche a pochi suoi fedelissimi e di pari livello, si è inimicato le associazioni che riteneva non essere a lui vicine, ha gestito la cosa pubblica con estrema disinvoltura e in estrema opacità, ha allontanato chi lo ha sostenuto e, ahinoi, fatto vincere».

L’opposizione non ha dubbi: «Sono stati 500 giorni peggiori della vita amministrativa del nostro amato paese. Sette consiglieri su dodici hanno condiviso il medesimo giudizio negativo sull’operato del sindaco pezzo e dei suoi “alfieri” e, rappresentando la parte maggioritaria della popolazione di Sant’Onofrio, hanno ritenuto che era arrivata l’ora di dire basta alle scorrerie amministrative e alle perturbazioni umorali di chi si è dimostrato non all’altezza di ricoprire un ruolo così alto e importante. Questo è quello che succede in democrazia».

“Cade” il Comune di Sant’Onofrio, la minoranza: «Finito come il carnevale»

Non mancano i parallelismi “goliardici”: «Qualcuno ironizza che sia finita esattamente con la fine del carnevale anche questa triste esperienza, qualcun altro che già da tempo si sarebbe dovuta verificare, da parte nostra abbiamo condotto con rigore una opposizione fatta di contenuti e di denunce, per le quali riteniamo ci saranno ancora sviluppi. Ai cittadini di Sant’Onofrio consegniamo le vicende di questi 500 giorni perché ne facciano memoria nelle prossime occasioni in cui bisognerà scegliere chi dovrà rappresentare una comunità e non se stesso. All’ormai ex sindaco di Sant’Onofrio Pezzo – conclude la nota firmata da Maragò e dai suoi consiglieri – vogliamo solo ricordare di non dimenticarsi di lasciare la fascia tricolore che portava sempre nella tasca e di rimettere la bandiera di “Libera” nella stanza del sindaco da dove lui l’aveva tolta».

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Stefano Mandarano

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