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Che signore, che monumento, che dolce albero tutto di poesia e di sogno, che incanto don Maurizio Scaparro – amanuense del teatro, creatore della scena – il cui tratto è la sprezzatura propria dell’hidalgo. Suo è il Don Chisciotte televisivo su cui raduna, fotogramma dopo fotogramma, Pino Micol, Peppe Barra ed Evelina Nazzari il cui frusciare di stoffe risuona nell’ampia falcata dei mulini a vento. Suo è l’Adriano di Giorgio Albertazzi, suo è il Fatto di cronaca di Raffaele Viviani. Le Mille e una notte con Massimo Ranieri sono sue e La coscienza di Zeno, imprevedibile con Giuseppe Pambieri, come il personaggio che porta con sé, è cosa sua. Una e una notte fa don Maurizio ha chiuso gli occhi, giammai però il sipario su cui piovono – incessanti – gli applausi.


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