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POTENZA – I dati dell’Università della Basilicata sugli iscritti e sugli immatricolati, nell’ultimo triennio, sono contraddistinti dal segno positivo: rispetto al precedente anno accademico (2014-2015) il numero di matricole quest’anno è cresciuto del 3,34%, quello degli iscritti totali nell’Ateneo lucano dell’1,84%.

Gli immatricolati nell’Unibas nell’anno accademico 2015-2016 sono complessivamente 1.329, gli iscritti invece 6.573. Nell’anno accademico 2014-2015 gli iscritti erano 6.454, gli immatricolati 1.286. Nell’anno accademico 2013-2014, invece, la popolazione totale dell’Ateneo era di 5.522 studenti, di cui 1.080 nuovi immatricolati.

Si tratta di un trend positivo – è scritto in una nota dell’ufficio stampa dell’Ateneo lucano – in un quadro generale «di diminuzione degli studenti che, in Italia, scelgono di proseguire gli studi dopo il diploma».

Il trend, quindi, segna un incoraggiante +23% nel rapporto tra il 2013/2014 e il 2015/2016, e soprattutto una ripresa rispetto ai precedenti anni in cui la crisi economica ha colpito l’Italia e i suoi Atenei.

Un aumento rilevante è segnato dalla sede materana dell’Università della Basilicata, con un +40% circa di nuove matricole rispetto all’anno precedente: una crescita «importante per la città Capitale europea della Cultura per il 2019, percorso nel quale l’Università è pienamente coinvolta».

«I dati ci dimostrano prima di tutto l’importanza dei presidi di cultura nel Sud – ha spiegato il Rettore dell’Unibas, Aurelia Sole – che rappresentano uno strumento fondamentale per i giovani del Mezzogiorno, e un possibile volano per l’economia: abbandonare queste ‘fortezzè di cultura o, peggio, sfiancarle con continui tagli e attacchi, indebolisce non solo il settore accademico, ma l’intero tessuto produttivo e sociale locale. A questo si aggiunge il ruolo dei piccoli Atenei, come quello della Basilicata, che spesso sono l’unico strumento per un’istruzione di eccellenza dei giovani provenienti da famiglie a basso reddito, che non vogliono rinunciare alla propria crescita culturale ed avere quindi una marcia in più nel mondo del lavoro. Per questo abbiamo scelto di non elevare la
tassazione – ha concluso il Rettore – e al contempo di aumentare l’offerta didattica, anche con Master e corsi unici nel panorama nazionale, perché crediamo nel nostro ruolo e vogliamo difenderlo».

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