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L'intervento del sindaco di Cosenza Franz Caruso

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CASTROLIBERO (COSENZA) – “Sindaci sotto assedio”: è il titolo dell’incontro promosso dal movimento L’Italia del Meridione (IdM) presso la sede de “Il Quotidiano del Sud” a cui hanno aderito non solo i sindaci e i rappresentanti delle amministrazioni locali ma anche numerosi cittadini. Un dibattito pubblico, moderato dal giornalista Attilio Sabato, a cui hanno partecipato i dirigenti IdM Nicodemo Filippelli (presidente onorario), Emilio De Bartolo (segretario regionale), Annalisa Alfano (segretario provinciale).

Ad aprire l’incontro è stato il sindaco di Cosenza Franz Caruso che, dopo un commento appassionato sul ruolo del primo cittadino, ha evidenziato le difficoltà di chi assume questo incarico: «I sindaci sono sotto assedio non solo dallo Stato ma anche dalla criminalità piccola, semplice e ‘ndranghetista. Un ruolo, quello dei sindaci, davvero difficile e delicato, soprattutto alle nostre latitudini. Io ho ereditato un Comune in dissesto dal 2019 con un debito di oltre 250 milioni di euro. Il mese scorso, abbiamo approvato un altro piano di riequilibrio per 219 milioni di euro».

Caruso sottolinea l’esigenza di un aiuto da parte dello Stato, punta l’accento sul fondo di anticipazione liquidità e sul discorso dell’autonomia differenziata: «al di là dell’appartenenza politica, noi sindaci dovremmo contrastare il disegno di legge che penalizza fortemente le regioni del Sud e divide l’Italia in due».

Lucia Papaianni, sindaco di Paterno Calabro e dirigente IdM, ha focalizzato il suo intervento sulla missione del primo cittadino. Un’attenta relazione sull’esigenza di dinamismo e sintonia con il territorio nonché sulla continua lotta per raggiungere i risultati sperati. Papaianni ha evidenziato la difficoltà nell’istituzione di concorsi per sostituire i dipendenti in quiescenza. Infine, ha messo in luce la condizione di abbattimento morale che travolge i sindaci e il loro senso di solitudine. Il sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco, ha sottolineato l’importanza di ripartire «dai Comuni, dagli enti locali. Dobbiamo dire “no” a questa autonomia differenziata. Martedì, dopo una conferenza dei capigruppo che ha espresso un’unanimità di pensiero, andremo in consiglio comunale per approvare una delibera e fare in modo che dai civici consessi si dica “no al decreto Calderoli”». Occorre una rivoluzione, sostiene con fermezza Greco, dichiarando che «ad essere sotto assedio non sono i sindaci, che spesso non sanno cosa fare perché sono soli, ma i cittadini».

A seguire, il sindaco di Girifalco, Pietrantonio Cristofaro, ha ricordato di essere al secondo mandato e di aver preso le redini di un Comune che «non era messo nel migliore dei modi. Ma oggi mi ritrovo con un bilancio di 18 milioni di euro». Un esempio virtuoso che deve puntare sull’organizzazione della macchina amministrativa attraverso l’ausilio di professionisti competenti.

A seguire, il sindaco di Sant’Agata d’Esaro Mario Nocito ha riportato all’attenzione dei presenti la testimonianza della sua realtà comunale ed ha precisato che «non siamo sotto assedio, noi siamo in guerra. Siamo in trincea senza esercito. Cadono alberi e, se la Provincia non può intervenire, dobbiamo andare a toglierli noi. Non solo dobbiamo accollarci il nostro, ma anche quello degli altri enti». Sull’autonomia differenziata: «Penso che lo Stato non possa autorizzare mai lo scempio che vuole la Lega e che si traduce nel voler trattenere al Nord tutte le loro entrate tributarie. Vogliono essere autonomi dal Sud. Non credo che ciò possa essere reso possibile in un Paese come l’Italia, la cui unità è costata il sangue di milioni di persone».

Le conclusioni dell’incontro sono state affidate ad Orlandino Greco, fondatore IdM e vicesindaco di Castrolibero. «La voce del dissenso all’autonomia differenziata deve essere quella dei sindaci. Castrolibero ha un’addizionale Irpef che supera il milione di euro perché è una città ricca – ha detto – Ma andate a vedere quanto fa Papanice o quanto fanno i Comuni nel vibonese. Poi, fate la differenza con quelli del Nord. Oggi, vogliamo essere aggreganti e non aggregati perché abbiamo una nostra teoria: quella della produzione e della ricchezza». Il fondatore di IdM rimarca che «L’Italia del Meridione oggi deve essere l’ultimo baluardo dei cittadini liberi per un’Italia diversa».

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