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VIBO VALENTIA – «La visita ed il successivo tracciato cui è stata sottoposta la signora Marturano non hanno evidenziato alcuna anomalia e/o segni di sofferenza fetale, ma solo modeste contrazioni uterine del tutto normali vista l’epoca della gestazione».
La vicenda del feto morto a Vibo Valentia (LEGGI LA NOTIZIA) si aggiorna con nuove informazioni questa volta provenienti direttamente da uno dei medici indagati (LEGGI LA NOTIZIA DELL’INCHIESTA), l’avvocato Raimondo Paparatti, legale del ginecologo Rocco Fiaschè, infatti, precisa come «fermo restando il rispetto dovuto ai genitori per la sofferta perdita del loro piccolo nonché la piena fiducia nell’operato della magistratura chiamata a fare piena luce sul caso, la ricostruzione effettuata dai querelanti non corrisponde a verità allorché viene riferito che all’atto della visita effettuata dal mio assistito all’alba del giorno 26 dicembre scorso, la signora Marturano non sia stata ricoverata benché presentasse segni di sofferenza fetale».
Mentre i risultati dell’autopsia hanno messo in luce che il piccolo poteva essere salvato (LEGGI LA NOTIZIA), il legale del medico indagato ha precisato che in quell’occasione «in assenza di indicazioni cliniche che rendessero necessario il suo immediato ricovero la signora veniva invitata a ritornare a casa con la raccomandazione di un successivo monitoraggio e controllo ospedaliero laddove le contrazioni uterine dovessero risultare più intense, regolari e ravvicinate nel tempo». Le cose che sono successe dopo il 26 dicembre «saranno oggetto di valutazione dei periti nominati dalla Procura di cui si attenderà fiduciosi la relazione finale».
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