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Sono oltre 520 le persone che hanno perso la vita per il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito nella notte il sud est della Turchia e il nord della Siria.

I feriti sono almeno 2.323, nelle province turche interessate dal sisma (Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras) ma il bilancio è destinato a salire dal momento che il prefetto di Kahramanmaras – una delle province colpite – ha detto che non è ancora possibile capire quante siano le vittime mentre i danni sono ingenti.

La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi. Il sisma è avvenuto alle 4:17 del mattino (le 2:17 ora italiana) e ha avuto il suo epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano.

Centinaia gli edifici distrutti dal sisma: oltre alle abitazioni, è quasi completamente crollata la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo. Ridotto a un cumulo di macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo. Le operazioni di soccorso continuano, si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan viene costantemente informato sulla situazione.

Il Dipartimento della Protezione Civile aveva inizialmente diramato un allarme per un possibile maremoto a causa del sisma in Turchia ma l’allerta è stata successivamente revocata. Gli Stati Uniti hanno dato la disponibilità ad inviare “qualsiasi tipo di assistenza” ad Ankara mentre dall’Azerbaigian è già stata inviata una squadra di 370 persone per aiutare nei soccorsi. Il terremoto è stato avvertito anche nelle province centrali della Turchia e anche in Israele.


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