Lavori sul litorale di Ricadi
4 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – La vicenda risale nell’autunno del 2018 e vede indagati, tra gli altri, anche il sindacalista, nonché consigliere comunale e consigliere provinciale Gianfranco La Torre, di Ricadi, destinatario della misura in carcere, per una presunta tentata estorsione in concorso con Diego Mancuso, Davide Surace, Paolo Ripepi, Giuseppe Antonio Accorinti (Peppone) e Costantino Gaudioso ai danni di un imprenditore non meglio identificato, ma impegnato nei lavori affidati alla ditta “De Nisi Tommaso – Impresa Costruzioni” impegnata nell’esecuzione delle opere di difesa costiera e ricostruzione del litorale nel tratto “Foce del Mesima – Scogli delle formiche”, che erano state finanziate dal Cipe per un valore di 2,5 milioni di euro.
Per il gip, quindi, Mancuso, Surace e Ripepi sono stati gli ideatori e determinatori del proposito criminoso, che si inserisce nel più ampio disegno di controllare tutte le attività imprenditoriali ed economiche della zona di cui si è detto; Giuseppe Antonio Accorinti è stato colui che ha fornito supporto morale al progetto criminoso ed ha dato direttive; Gianfranco La Torre e Costantino Gaudioso sono stati gli esecutori materiali ed i coadiutori dei maggiorenti.
Che tali lavori fossero nelle mire dei Mancuso emerge dalla conversazione captata il 12 settembre 2018 nella parte in cui Surace invitava Ripepi a chiedere a Diego Mancuso (“il Professore”) con chi avevano parlato i soggetti che avevano iniziato i lavori poiché, tramite Mancuso, si aspettavano di poter, in qualche modo, partecipare agli stessi. Ripepi rispondeva, quindi, che aveva appreso “da Gianfranco La Torre che il soggetto interessato ai lavori si era messo “a posto” con la ‘ndrina locale, con ciò facendo chiaro riferimento alla natura estorsiva della condotta, e che in ogni caso si sarebbe occupato lui dei soggetti che non si erano messi a posto”. Al riguardo viene riportata la conversazione tra i due:
SURACE: Oh, ma questi di questi scogli con chi hanno parlato? Con nessuno?;
RIPEPI: con nessuno!;
SURACE: ah sono venuti qua: “ne… metti un mezzo, ne…”;
RIPEPI: ora gli domando al dottore… ;
SURACE: fai che gli domandi al “Professore” o Paolo!;
RIPEPI: Domani mattina gli chiedo!;
SURACE: però vedi che lo voglio sapere altrimenti gli facciamo qualcosa, altrimenti!;
RIPEPI: Sì;
SURACE: e (imprecazione) neanche una cosa, anche per mettere qualche pala, che ci mettiamo qualche camion, qualcosa… ;
RIPEPI: è arrivato Gianfranco ed ha detto che se la… che è a posto, ma io qua ancora!;
SURACE: ma a posto chi? I soldi dove sono? le cose dove sono? Fai che glielo domandi, digli o Paolo, quelli lì, se hanno parlato con lui!;
RIPEPI: domani mattina alle sette lo vedo;
SURACE: digli “se hanno parlato con voi”, che se no vediamo… glielo spieghi! Gli dici: “altrimenti vediamo di arrivarli e gli facciamo il servizio” [ … ] vabbò gli mettiamo qualcosa, vedi se hanno parlato con lui, altrimenti gli buttiamo 4 fucilate a quei mezzi appena li portano…”).
Nel prosieguo della stessa giornata, dunque, Surace riferiva a Ripepi di aver parlato con Diego Mancuso e di aver ricevuto il benestare per proporsi o comunque imporsi nei lavori della ditta De Nisi: “Ha detto di dirglielo a lui, “digli che è a posto qua per noi”, ha detto: “digli che ha parlato con me ed è a posto”, ha detto di andare là a portargli le cose immediatamente”, ribadendolo anche successivamente al fratello: “io gli ho detto “per gli scogli vedi che ora fanno i lavori, non devo lavorare, lo vado a toccare, dimmi?” “vai e digli che tu devi lavorare”).
L’8 ottobre successivo l’attività di intercettazione consentiva di cogliere la fase in cui Surace informava Antonio La Rosa di “essersi recato a Filadelfia – verosimilmente da De Nisi – e di aver redarguito l’interlocutore affinché gli affidatari dei lavori si presentassero dai referenti della ’ndrina tropeana prima di iniziare: “Siamo andati a Filadelfia … gli abbiamo detto da Tropea fino a Zambrone, quando … prima che comincia di venire a trovare perché dobbiamo parlare… ha detto che prima di cominciare viene da voi”); dieci giorni dopo, La Rosa, parlando con Egidio Il Grande, riferiva che gli “altri” riferendosi “verosimilmente al gruppo del Surace”, si erano “accordati sui lavori in questione, per la somma di 40mila euro, grazie anche al supporto di Peppone Accorinti”.
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Per il gip distrettuale, quindi, che Surace e Ripepi si “fossero adoperati, per conto di Diego Mancuso e grazie alla sua intercessione, allo scopo di perfezionare la pretesa estorsiva in danno dell’impresa aggiudicataria dei lavori, per il tramite di La Torre Gianfranco, risulta riscontrato dalle dichiarazioni rese da Francesco De Nisi, preposto alla gestione tecnica della De Nisi Srl, il 13 maggio 2020”.
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