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Neve a Camigliatello Silano, nel Cosentino (foto d'archivio)

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COSENZA – Neve in arrivo. Tra mercoledì e giovedì il Sud, in base alle previsioni di “3B Meteo”, potrebbe risvegliarsi completamente imbiancato, dovendo, dunque, dire addio alle temperature miti degli ultimi giorni. La Calabria sta, del resto, ancora attendendo l’inverno (e lo dimostra il fatto che da oggi gli impianti sciistici di Camigliatello Silano, nel Cosentino, verranno messi nuovamente in funzione dalle 9 alle 16, ma le piste rimarranno chiuse a causa della mancanza attuale di neve).

LE ONDATE DI CALORE

Colpa dei cambiamenti climatici testimoniati, tra le altre cose, dal fatto che la Punta dello Stivale sia, tra tutte le regioni italiane, quella maggiormente colpita da ondate di calore. «La Calabria – scrive Openpolis in un suo report – non registrava giorni (durante l’anno appena trascorso, ndr) di caldo intenso dal 2011».

A risentirne, più in particolare, i centri urbani, «particolarmente esposti – scrive ancora Openpolis – all’aumento delle temperature per via dell’elevata quota di suolo consumato, del traffico e della mancanza di verde. Una serie di fattori – questa la chiosa – che, pertanto, facilitano l’intensificazione del caldo».

A Catanzaro, capoluogo di regione, si registra non a caso una temperatura media di 1,2 gradi più alta rispetto al normale: un’anomalia, quest’ultima, che è tale rispetto al valore climatico registrato tra il 1971 e il 2000. Ma, come si diceva all’inizio, presto le “alte” temperature verranno salutate.

ANOMALIE CLIMATICHE

Ondate di calore eccessive, così come eventi meteo estremi come le alluvioni (si rimanda al pezzo accanto a questo), sono – è stato già osservato – (anche) sintomo del cambiamento climatico, le cui conseguenze stanno colpendo la Calabria.

Basti pensare alla siccità – nella regione le precipitazioni sono diminuite (sempre a Catanzaro nel 2020 le piogge totali sono state di 416,0 millimetri inferiori rispetto alla media registrata tra il 2006 e il 2015) – e al fatto che la stessa siccità, insieme pure a fattori antropici, incrementi il rischio idrogeologico (dai già richiamati fenomeni di allagamento delle aree normalmente non coperte d’acqua, a causa dell’esondazione del mare o dei corsi d’acqua interni, fino alle frane e alle valanghe).

Nel dettaglio – questo aspetto, come già accennato, si approfondisce nel secondo pezzo presente in pagina -, la Calabria registra il dato più alto per quanto riguarda il rischio elevato di alluvioni, che – sottolinea ancora Openpolis – comprende il 17 per cento del territorio.

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