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REGGIO CALABRIA – Parte la sperimentazione nelle città metropolitane del reddito alimentare, da destinare a chi vive una situazione di povertà assoluta. A promuovere la misura – che ha pure l’obiettivo di contrastare gli sprechi di cibo – il dem Marco Furfaro, che presentò l’emendamento all’interno della Legge di Bilancio. Ora si attende il decreto del ministero del Lavoro che chiarirà la platea beneficiaria, ma anche quella riguardante gli enti del terzo settore coinvolti nella sperimentazione.

Sperimentazione che, come si diceva, in Calabria chiama in causa Reggio, città metropolitana. È qui che, una volta delineati i dettagli del sostegno, verranno distribuiti pacchi di cibo e bevande recuperate dalla merce invenduta dei grandi magazzini alimentari, allo scopo, per l’appunto, di aiutare le famiglie più fragili. In base a quanto si legge nel citato emendamento, le scatole da distribuire verrebbero prenotate tramite un’app e ritirate in appositi centri di distribuzione.

Dovrebbe anche esserci la possibilità – si legge ancora nel testo dell’emendamento – per anziani e persone non autosufficienti di ricevere i vivere direttamente a casa. Un modo, insomma, per andare incontro a chi non può permettersi di riempire il carrello della spesa, e anche ai cosiddetti “nuovi poveri”: coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere le rispettive attività, le persone impiegate nel sommerso, chi non ha risparmi o sussidi pubblici, lavoratori precari colpiti – più di tutti – dalla pandemia e dai recenti rincari.

«Sono oltre 140mila le persone che in questa regione aiutiamo», ci spiegava negli scorsi mesi Gianni Romeo, direttore del Banco alimentare della Calabria che, oggi, interviene, sempre incalzato da questo giornale, sul tema degli sprechi alimentari. C’è, infatti, da dire che il Banco della Punta dello Stivale ha all’attivo attualmente diversi accordi con alcune catene di supermercati per “recuperare” l’invenduto (si rimanda all’intervista presente in questa pagina). Una pratica, quest’ultima, «da implementare – fa sapere sempre il direttore Romeo – e che purtroppo al momento dipende principalmente dalla sensibilità di pochi, di coloro che riescono a comprendere che aiutare è importantissimo».

Pertanto, il reddito alimentare, a quanto sembra dall’emendamento del Partito democratico, andrà ad aggiungersi a tutte queste iniziative già esistenti; iniziative di straordinario supporto a chi vive la crisi profonda e molto spesso non sa come superarla.

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Fabio Grandinetti

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