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Piazza affari

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Un trend dell’inflazione che fa segnare un leggero calo rispetto ai mesi precedenti mette forza a Piazza Affari che straccia Wall Street

Le Borse europee hanno chiuso ieri in sostenuto rialzo, mentre i dati sul lavoro negli Stati Uniti hanno dato slancio a Wall Street, che procede in positivo. A Parigi l’indice è salito dell’1,47% a 6.860,95 punti, il livello di chiusura più alto dall’inizio della guerra in Ucraina. Londra ha chiuso in rialzo dello 0,87% a 7.700 punti, ai massimi di 3 anni, e Francoforte ha guadagnato l’1,2% a 14.609 punti. Bene anche Milano con l’Ftse Mib a +1,4% che torna sui livelli di ottobre, oltre la soglia di 25mila punti.

A suonare la carica sono stati i dati Usa. Il tasso di disoccupazione è sceso a dicembre al 3,5%, il livello di febbraio 2019 – poco prima della pandemia – sotto le attese del mercato (3,7%). Rallenta l’aumento della retribuzione oraria media: +4,6% rispetto a dicembre 2021, contro il +4,8% di novembre, dopo un picco al 5,6% di marzo.

TREND INFLAZIONE IN CALO, I DATI USA IN CHIAVE FED

«Il trend indica un rallentamento e potrebbe quindi rassicurare i membri della Fed, che temono che un mercato del lavoro forte alimenti il ciclo di aumenti di salari e prezzi che sta facendo correre l’inflazione» dicono gli analisti di Bnp Paribas.

Un’altra serie di dati ha mostrato che a dicembre l’attività dei servizi negli Usa si è contratta per la prima volta in più di due anni e mezzo a causa dell’indebolimento della domanda, con ulteriori segnali di riduzione dell’inflazione.

L’indice Ism non manifatturiero è calato a 49,6 da 56,5 di novembre, sotto le attese degli analisti di 55. Si tratta della prima contrazione del settore dei servizi da maggio 2020, quando si era al culmine della pandemia Covid. I nuovi ordini si sono fortemente contratti (45,2 contro 56 a novembre) e anche l’occupazione è calata (49,8 contro 51,5) a causa dell’incertezza economica e dell’incapacità di colmare le posizioni aperte.

La Fed ha già detto più volte che gli aumenti dei tassi continueranno e che un taglio non è ancora all’orizzonte nel 2023. Ma il mercato si aspetta un allentamento causato dalla debolezza dell’economia Usa, che rischia di sprofondare in recessione. I dati sull’occupazione erano particolarmente attesi. Si tratta, sottolinea Derek Halpenny, analista di Mufg, degli «ultimi dati sull’occupazione in vista della riunione del 1° febbraio del comitato di politica monetaria, quindi il report è molto importante, così come lo sarà il dato sull’inflazione previsto per il 12 gennaio».

TREND INFLAZIONE, IN EUROPA LEGGERO CALO

Alcuni segnali arrivano dall’Europa. L’aumento dei prezzi è arrivato al 9,2% nel dicembre 2022, in calo rispetto al 10,1% di novembre. Lo indicano le stime flash di Eurostat, l’ufficio statistico della Ue. Guardando alle principali componenti si prevede che l’energia avrà il tasso annuo più alto a dicembre (ma in calo al 25,7%, rispetto al 34,9% di novembre), seguita da cibo, alcol e tabacco (13,8%, rispetto al 13,6% di novembre), beni industriali non energetici (6,4%, rispetto al 6,1% di novembre) e servizi (4,4% rispetto al 4,2% di novembre).

Tuttavia la componente core, quella al netto di energia e beni alimentari, ha toccato il mese scorso un nuovo record a +5,2%, contro previsioni di +5% come a novembre. Questo suscita preoccupazioni per quanto riguarda le politiche della Bce, anche se oggi il membro del Consiglio direttivo Mario Centeno ha detto che i tassi di interesse di riferimento di Francoforte «si stanno avvicinando al picco».

I RIALZI DELLA BCE

Con l’inflazione che al momento sembra aver invertito la rotta, le pressioni si concentrano tutte su Francoforte. La Bce dovrebbe completare il suo ciclo rialzista «entro l’estate», quando i tassi toccheranno il loro picco, e poi mantenere la cinghia tirata per tutto il «tempo necessario» a riportare l’inflazione verso il target del 2%. È quanto ha affermato il componente del comitato direttivo della Bce, Francois Villeroy de Galhau, in un discorso ai rappresentanti dell’industria finanziaria a Parigi.

Per il governatore della Banca di Francia, il primo a offrire un’indicazione temporale sulla durata della fase rialzista, «è troppo presto per dire quale sarà il tasso terminale, in quanto la sua entità dipenderà dai dati che arriveranno».

Ma dopo aver riportato i tassi sui depositi al 2%, livello giudicato neutrale per l’economia, alla Bce servirà una seconda fase di rialzi che porti alla stabilizzazione monetaria.


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Francesco Ridolfi

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