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Dopo una settimana di “passione”, tra confronti e scontri, rinvii e maratone notturne, all’alba di ieri la Commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera alla “nuova” manovra attesa questa mattina nell’Aula di Montecitorio per la discussione generale, al termine della quale il testo dovrebbe fare un nuovo passaggio in Commissione per alcuni “ritocchi tecnici”: si dovrà in realtà provvedere alla correzione di un emendamento del Pd approvato per errore che destina 450 milioni ai Comuni, ma è non ha copertura. Il cammino continua a essere tortuoso, quindi. Venerdì il voto di fiducia – preannunciato dal governo – con seduta a oltranza fino all’approvazione della manovra, che potrebbe tuttavia anche slittare alla mattina della vigilia di Natale. Il 27 il testo, “blindato”, è atteso nell’Aula di Palazzo Madama e il voto finale dovrebbe svolgersi il giorno dopo, con il 29 come data “estrema”, archiviando definitivamente lo spettro dell’esercizio provvisorio. Ieri il Cdm ha intanto dato il via libera al decreto Milleproroghe.

“Incrocio le dita, confido nel Parlamento ma penso che la missione sia compiuta”: il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha tirato un sospiro di sollievo. “L’approvazione arriverà nei tempi dovuti”, ha sostenuto intervenendo all’assemblea di Coldiretti, derubricando le polemiche sui ritardi: “Si è ripetuto un rito, che non è razionale e lineare ma tipico, con cui si approva il bilancio in questo Paese”. Il ministro ha sottolineato la complessità dello scenario, tra emergenza energetica, la “brutta bestia” dell’inflazione” e l’aumento dei tassi che impone “massima cautela” sul bilancio dello Stato. C’è quindi la consapevolezza che “probabilmente ogni due o tre mesi dovremo aggiustare il tiro, perché questo ci richiede la situazione”.

Per far fronte all’emergenza energetica la prima manovra del governo Meloni ha investito intanto 21 su 35 miliardi. Una manovra che p stata rivista attraverso le proposte emendative anche in maniera sostanziale, fino a perdere alcuni dei sui tasselli politicamente qualificanti, come il tetto di 60 euro entro il quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare transazioni col Pos senza incorrere in sanzioni finito nel mirino di Bruxelles. Una “battaglia” che il governo alla fine ha preferito non combattere per non mettere a rischio le risorse del Pnrr. Restano quindi le multe, ma si istituisce un tavolo tra banche e imprese per tagliare i costi di utilizzo del Pos nelle transazioni fino a 30 euro per gli esercenti con fatturato fino a 400mila euro. Rimane intatto il tetto al contante innalzato da mille a 5mila euro. Mentre slitta al 31 marzo lo stralcio automatico delle cartelle fino a mille euro relative al periodo 2000-2015.

Non c’era nel primo testo e non è riuscito ad entrare nel nuovo lo scudo penale per alcuni reati fiscali: l’opposizione è partita all’attacco e la maggioranza si è spaccata. Il “no” della premier Giorgia Meloni e del ministro Giorgetti ha archiviato la “pratica”.

Su altri fronti le modifiche introdotte hanno consentito al governo di guadagnare terreno su misure su cui il testo approvato in Cdm aveva tirato il freno, come sul Reddito di cittadinanza cui è stata data un’ulteriore stretta: non solo il sostegno nel 2023 si riduce a 7 mesi – dagli 8 previsti nella prima versione – ma perde anche l’offerta “congrua”, quella che valutava la coerenza tra offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate, la distanza del luogo di lavoro dal domicilio (entro 80 chilometri) e i tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico (raggiungibile in 100 minuti). Di conseguenza il rifiuto di una prima offerta farà decadere il sostegno. Che comunque – altra novità – verrà concesso solo a chi abbia completato la scuola dell’obbligo: in caso contrario sarà necessaria l’iscrizione a percorsi formativi o comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo scolastico. Per il sostegno delle persone più fragili viene sperimentato un fondo per il reddito alimentare.

Si mantengono e si estendono alcune delle misure introdotte con la pandemia: il bonus psicologo sale da 600 a 1500 euro e diventa permanente dal prossimo anno; e viene prorogato lo smart working per i lavoratori fragili sia nel pubblico sia nel privato.

Capitolo “famiglia”: il congedo parentale, retribuito all’80%, viene esteso di un mese e sarà utilizzabile entro il sesto anno di vita del figlio da entrambi i genitori. Si interviene poi sui mutui per sostenere le famiglie di fronte alla stretta monetaria della Bce: chi ha un mutuo a tasso variabile per meno di 200mila euro (importo richiesto) e un Isee attuale non superiore a 35mila euro può rinegoziare il proprio tasso dal variabile al fisso.

Il binomio giovani e cultura è stato al centro di uno scontro con le opposizioni per via della “rivisitazione” di 18App, il bonus introdotto dal governo Renzi che l’esecutivo Meloni aveva pensato inizialmente di cancellare. Dalle sue ceneri sono invece nate la Carta cultura giovani e la Carta del merito, eventualmente cumulabili: la prima erogherà 500 euro ai diciottenni che provengono da famiglie con un Isee fino a 35mila euro, la seconda andrà a tutti i giovani, a prescindere dal reddito.

Sul fronte previdenziale, il passaggio parlamentare ha ritoccato all’insù le pensioni minime per gli over 75 che arriveranno a 600 euro, ma solo per il 2023. La rivalutazione degli assegni pari tra 4 e 5 volte il minimo sale dal 80% al 85%, mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione dell’aliquota. Confermata quota 103 e l’incentivo per chi resta al lavoro, mentre cambia opzione donna, con l’uscita a 60 anni – un anno in meno per ogni figlio fino a due – per 3 categorie svantaggiate.

Guardando al Sud – praticamente assente nel vecchio testo – la Commissione Bilancio ha dato l’ok al pacchetto di misure fiscali per un totale di 1,6 miliardi reperiti tramite il Fondo Sviluppo e Coesione. Tra le altre cose, viene prorogato per il 2023 del credito di imposta sugli investimenti effettuati nelle regioni meridionali, degli incentivi per gli investimenti effettuati nelle Zes e delle aliquote agevolate per il credito di imposta sugli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione in favore delle imprese del Mezzogiorno. La Regione Siciliana potrà poi spalmare in dieci anni il debito di 866 milioni di euro contestato dalla Corte dei Conti. Per mitigare il rischio idrogeologico in Calabria sono stati stanziati 440 milioni. Per potenziare i collegamenti aerei di Sicilia e Sardegna, e rimuovere gli svantaggi dell’insularità, sono in arrivo 5 milioni nel 2023 e 15 dal 2024.

Tema extraprofitti: si rivede la norma prevedendo che il contributo sui profitti delle società energetiche sia dovuto “se almeno il 75 per cento dei ricavi del periodo d’imposta antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023” deriva dalle attività di produzione e vendita di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi.

C’è poi la proroga fino a fine anno per la presentazione della Cila per accedere al superbonus 110%, ma solo per i condomini e solo se l’assemblea ha approvato i lavori prima del 18 novembre. Si dispone poi un taglio dell’Iva del 50% per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A e B, con una detrazione dell’imposta lorda ai fini Irpef fino al 50% dell’importo corrisposto per l’Iva acquistando entro il 31 dicembre del prossimo anno direttamente dalle imprese costruttrici.


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