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POTENZA – Il Tar Basilicata ha sbloccato il contratto di programma da 19 milioni di euro del Polo floricolo di Melfi.
I magistrati di via Rosica hanno accolto il ricorso presentato dai legali della società che ha raccolto l’eredità del consorzio dei Ciccolella, magnati dei vivai di Molfetta.
Negli anni scorsi il Ministero dello Sviluppo economico aveva già erogato la gran parte del contributo accordato nel 2003, a fronte di un investimento di 31 milioni di euro da parte dell’impresa. Ma agli inizi del 2014 negli uffici del dicastero ha iniziato a circolare un esposto anonimo. Al suo interno si ipotizzavano irregolarità nell’ambito di un secondo contratto di programma siglato nel 2009, per un nuovo impianto da realizzare a Candela: il piu grande d’Europa per la coltivazioni floricole e delle piante ornamentali in serra. Di qui la richiesta di accertamenti al nucleo antifrodi della Guardia di finanza, l’invio di un’informativa alla procura competenza.
In risposta alle perplessità del Ministero su quanto emerso, ma ancora coperto da segreto istruttorio, i pm avrebbero spiegato soltanto la «sussistenza di elementi che “impongono una valutazione circa la legittimità delle procedure attivate e della legittimità del finanziamento attivato dalla ditta”». Tanto però sarebbe bastato per sospendere «in via cautelare l’efficacia del contratto di programma -omissis – e il relativo iter amministrativo per un periodo di diciotto mesi». Quindi il ricorso al Tar.
«Il provvedimento impugnato, sul versante motivazionale – spiegano i magistrati del collegio presieduto da Italo Riggio -, si limita ad un generico richiamo ad un “esposto denuncia in forma anonima avente ad oggetto il programma di investimenti realizzato dalla società -omissis-. Partecipazioni nell’ambito del Contratto di Programma sottoscritto in data 24/09/2009”, ovverosia il diverso contratto relativo al Comune di -omissis-, ed alla pendenza di indagini penali condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di -omissis- senza tuttavia indicare né i fatti di reato in concreto ipotizzati, né la diretta incidenza di tali indagini e ipotesi di reato sullo specifico rapporto amministrativo instaurato con la ricorrente e sugli atti amministrativi che lo hanno generato».
«Infatti – proseguono – , con riguardo a tali profili, il provvedimento impugnato afferma soltanto che “risultano, allo stato, questioni non definitivamente accertate, tali da impedire la prosecuzione dell’iter amministrativo”».
Dunque si tratterebbe di una «motivazione insufficiente a fondare l’impugnato provvedimento soprassessorio, che lede significativamente l’affidamento riposto dalla ricorrente nella piena efficacia ed effettiva esecuzione del contratto di programma, anche in considerazione del fatto che la realizzazione degli investimenti agevolati è già stata pressoché ultimata».
«Del resto», concludono, «la stessa relazione istruttoria redatta dall’amministrazione intimata (il Ministero, ndr), in adempimento al disposto incombente istruttorio, dà atto che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di – omissis- con nota del 24 aprile 2014 ha precisato come: “l’iter amministrativo riguardante la concessione dei benefici ben poteva proseguire parallelamente allo svolgimento delle indagini penali, potendosi ipotizzare la soluzione, in via cautelativa, di accreditare le erogazioni di contributo sul conto indicato dal legale di controparte con vincolo di indisponibilità, a garanzia di un’eventuale pretesa restitutoria del Ministero, nel caso in cui le indagini fossero giunte ad un esito rilevante in termini di responsabilità penale”».
Il contratto di programma del Polo floricolo di Melfi aveva subito un primo stop subito dopo la firma per lo spostamento degli impianti da Lavello a Melfi. Per questo era stata necessaria una proroga del termine per gli investimenti al 2006.
A festeggiare l’avvenuta proroga era stato in primis l’allota sottosegretario alle Infrastrutture e commissario per la Basilicata di Forza Italia, Guido Viceconte, per cui il progetto rappresentava «un’innovativa esperienza per la realizzazione nel Melfese di moderni impianti serricoli, rilanciando il comparto floricolo che è attraversato da una forte crisi e che sicuramente risente al pari di altri settori agricoli dei problemi della concorrenza internazionale».
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