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VILLA D’AGRI –   “La revoca o la modifica della delibera Asp  e dichiarano sin d’ora lo stato di agitazione riservandosi di agire con ulteriori azioni qualora tale richiesta venisse disattesa”.  Questo il primo atto degli amministratori del comprensorio valligiano nel corso della Conferenza dei Sindaci, a cui hanno partecipato rappresentanti sindacali e i dirigenti medici dell’Ospedale di Villa d’Agri,  svoltasi presso l’Area Programma Val d’Agri. Al centro i contenuti del Piano di riorganizzazione dei PP.SS.AA. (Ospedali di Pronto Soccorso attivo di Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri) e della Rete dell’Emergenza Urgenza, approvato con Deliberazione del Direttore Generale dell’ASP n. 786/2915 ha espresso l’unanime volontà di salvaguardare ad ogni costo il Presidio Ospedaliero di Villa d’Agri.

Si passa ai fatti.  Una netta opposizione alla delibera,  per poi proseguire con altre azioni in cui viene proposto il rilancio del presidio ospedaliero, considerato struttura  fondamentale in un’area che sta dando molto alla Regione Basilicata e che, in modo particolare, in termini di impatto ambientale per la presenza del Centro Olio Val d’Agri (Cova) necessità della presenza di un Pronto soccorso attivo.

Un messaggio chiaro, quindi, esplicitato anche nel documento di sintesi stilato in sinergia con i sanitari del presidio ospedaliero. “Non siamo d’accordo nella forma e nel merito della delibera – ha spiegato  il presidente dell’Area Programma, Claudio Cantiani – e alcuni parametri annunciati nell’atto, credo non abbiano elementi di certezza, sono facilmente contestabili perché i dati che siamo in possesso sono diversi”. In maniera forte, la richiesta è di fare “un passo indietro nella rivisitazione dei dettami della delibera”.

“Capiamo le difficoltà – precisa Cantiani – però non si può indebolire una struttura che già è stata indebolita e che si è sobbarcata tagli come il Punto nascita. Se qualche sacrificio bisogna farlo credo che bisogna spostarlo su altre aree del territorio”. E l’alzata di scudi è che “qualora non si dovesse andare in questa direzione noi ci comporteremo di conseguenza”. 

Per il Primo cittadino di Viggiano, Amedeo Cicala,  “la Valle dell’Agri sembra che sia quella che subisca in maniera più pesante questi tagli”.  “Ciò non va bene – incalza –  perché riteniamo che la Valle stia dando tanto in termine economici non solo alla Basilicata ma all’intera nazione, ricordo soltanto – dice –  l’indotto petrolio ma anche la questione dell’acqua. In più , la Val d’Agri deve essere tutelata perché le infrastrutture da venti anni promesse nella nostra terra purtroppo non ci sono e questo non consente di giungere velocemente al San Carlo e in altre strutture sia per i dipendenti  ma anche per gli utenti. L’area ha dato una mano in termini di royalties, non soltanto alla Sanità, alla Forestazione, all’Università, riteniamo che non dobbiamo essere noi  a pagare il prezzo più alto di queste riforme”. Ma l’interrogativo che negli ultimi giorni sta prendendo “piede” è che “se dietro  a queste situazioni ci sono delle scelte, degli indirizzi ad indebolire o ad arrivare addirittura a chiudere l’Ospedale della Val d’Agri”.  “Noi – attacca Cicala –  non siamo d’accordo”.  L’invito dell’amministratore, “è di togliere la casacca di uomini di partito e  indossare quella di uomini del territorio, nella difesa del proprio territorio e nella tutela dei servizi essenziali e fondamentali per i cittadini”. La soluzione per il consigliere provinciale , Giovanni Vita è “no ai provvedimenti tamponi ma una vera rivoluzione nel sistema sanitario regionale. Ripensare anche all’organizzazione del 118”. Il Sindaco di Sarconi, Cesare Marte “una struttura così importante  nevralgica non deve essere chiusa ed il vero problema – ha ribadito – che dietro a queste situazioni ci sono scelte politiche. Fino a che punto siamo costretti a spingerci per affrontare questa situazione?”. “Bisogna unire le forze per diventare forti e farci ascoltare”, è stato l’imput del Sindaco di Marsico Nuovo, Domenico Vita, coinvolgendo “le organizzazioni sindacali, i delegati regionali  e la popolazione”. “Non bisogna fermarsi – ha  innalzato Giuseppe Tancredi, Sindaco di Moliterno – la proposta di fare un documento unitario”. L’urgenza per prima cosa,  secondo il Primo cittadino di Tramutola, Ugo Salera è “la richiesta di una revoca urgente dell’atto deliberativo”. Al termine dell’incontro i Sindaci, unanimemente, hanno ritenuto che “l’indebolimento dell’Ospedale di Villa d’Agri comporti un grave danno, sociale e economico al  territorio. Un territorio che quotidianamente si confronta con le paure ambientali, che quotidianamente fa i conti con infrastrutture mai realizzate o con quelle inadeguate a causa dei rilevati processi di trasformazione che lo investono ma,  i cui benefici indotti ricadono su una intera Regione.Un ridimensionamento che, anche in conseguenza della recente chiusura del punto nascita, crea sconcerto nella popolazione, non è comprensibile e né sopportabile, che si somma ad una già difficile congiuntura socio-economica e che mobiliterebbe le famiglie a incisive azioni di protesta”. E per evitare ciò chiedono “all’ASP ed alla Regione  la revoca o la modifica della delibera ASP  e dichiarano sin d’ora lo stato di agitazione riservandosi di agire con ulteriori azioni qualora tale richiesta venisse disattesa.

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