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L'influenza è tornata aggressiva

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Ce n’eravamo quasi dimenticati sull’onda delle misure anti Covid che ne avevano limitato la propagazione sino a renderlo quasi evanescente. Ma il virus dell’influenza non è scomparso e minaccia di diventare la vera emergenza sanitaria dell’anno, meno pericolosa sul piano degli effetti e dei rischi (salvo per anziani e persone fragili) ma foriera di spiacevoli disturbi e di conseguenze sul fronte lavorativo e scolastico in un contesto – secondo le previsioni – di maggiore aggressività del morbo.

Ma partiamo dai dati degli ultimi anni; secondo il sistema di monitoraggio Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nella stagione 2018-2019 (ultima pre-Covid) nel nostro Paese i casi di influenza sono stati, complessivamente, 8 milioni e 104mila. L’arrivo del coronavirus (e la lunga fase di lockdown) ha in parte abbattuto questi numeri, rimasti comunque alti: nel 2019-2020, infatti, i contagi registrati sono stati 7,6 milioni. Parliamo di una fase in cui le mascherine (oltreché introvabili) non erano obbligatorie e quindi utilizzate sulla base di scelte individuali. Ma si può dire che nel 2019-2020 il grosso dei casi di influenza si sia verificato prima delle chiusure generalizzate, senza contare che, tra penuria di tamponi e similitudine dei sintomi nelle forme lievi di Covid, quanti di queste 7,6 milioni infezioni fossero effettivamente dovute al virus stagionale.

Con il 2020-2021 le misure di contrasto alla pandemia sono state messe a sistema: è stato attivato il sistema di differenziazione regionale delle restrizioni (la cosiddetta “Italia a colori”) e le mascherine sono diventate obbligatorie, prima in specifici contesti al chiuso e poi all’aperto. L’impatto sull’influenza è evidente: alla fine della stagione di monitoraggio i contagi totali sono stati 2 milioni e 431 mila: quasi un quarto di quelli registrati nell’anno precedente.

Si arriva così al 2021-2022, la fase di monitoraggio appena trascorsa. Con lo slancio della campagna vaccinale anti-Covid si è proceduto a un progressivo allentamento delle misure, compreso il ripristino della scuola in presenza e la decisa stretta operata sul fronte dello smart working. Come conseguenza l’influenza è tornata a colpire, arrivando a contagiare 6,5 milioni di persone in Italia.

Arriviamo così all’oggi e alle preoccupazioni di medici e virologi per l’arrivo dell’influenza. L’ultimo report periodico di Influnet si riferisce alla settimana 14-20 novembre durante la quale l’incidenza ha raggiunto i 9,5 casi ogni mille abitanti (rispetto 6,9 ogni mille dei sette giorni precedenti). Tra i più colpiti i bambini under 5: in questo caso l’incidenza sale a 29,6 contagi ogni mille assistiti. Crescono anche le sindromi simil-influenzali provocati da virus (o batteri) diversi ma con sintomatologie pressoché identiche.

Allarmanti le previsioni per i prossimi mesi: complessivamente l’influenza dovrebbe mettere a letto tra le 6 e le 7 milioni di persone e il picco, sostengono gli esperti, è previsto durante le festività natalizie. Nulla di nuovo, insomma, sul fronte di numeri e stagionalità. Il problema è rappresentato dal virus in sé e da una presunta, maggiore, patogenicità dovuta anche alla disabitudine del nostro organismo a confrontarsi con esso dopo quasi tre anni di sostanziale assenza.

Per questo si sta puntando forte sulla vaccinazione nell’ambito di una campagna di prevenzione che riguarderà anche il Covid presentata giovedì scorso dal ministro della Salute, Orazio Schillaci.

«Torniamo ai momenti più belli, una famiglia attorno ad un tavolo, proteggiamoci anche per i momenti più belli – ha evidenziato Schillaci citando lo slogan scelto – È uno spot semplice con un messaggio che può arrivare a tutti. L’influenza quest’anno è particolarmente virulenta. Il target dello spot sono le fasce più a rischio, gli anziani e i fragili».

La risposta della popolazione è un’incognita. Dai, bassi, dati delle quarte dosi del siero anti-Covid emerge una sorta di stanchezza degli italiani nei confronti delle profilassi in genere che potrebbe coinvolgere anche l’antinfluenzale.


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