Una protesta dell'Unità di crisi davanti alla sede della Regione Basilicata
2 minuti per la letturaPOTENZA – Bene l’approvazione dell’ordine del giorno in Consiglio regionale per coprire i restanti mesi del 2022 ma ora il problema va risolto dalla Giunta. È quanto chiede in sostanza l’Unità di crisi sanitaria Basilicata alla luce degli ultimi sviluppi sull’emergenza «per scongiurare la grave crisi sanitaria che da mesi sta impattando pesantemente su strutture, lavoratori e pazienti».
«L’ordine del giorno, presentato dai consiglieri Braia, Polese, Cifarelli, Trerotola e Perrino e approvato da 12 consiglieri su 13 (un astenuto) – scrive il comitato –, evidenzia come la tematica sia fortemente rilevante e preoccupa non poco le forze politiche sedute in Consiglio regionale, consapevoli del disagio che si sta creando soprattutto a danno dei cittadini. Con il documento approvato si impegna il presidente Bardi e la Giunta regionale “a valutare la possibilità di individuare nel bilancio regionale 2023 (extra fondo sanitario Lea), le risorse da destinare al comparto della specialistica ambulatoriale da privato accreditato. Si tratterebbe di 4,5 milioni di euro per la remunerazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale dell’anno 2022 che ad oggi non hanno copertura finanziaria”. L’Unità di crisi dà atto ai consiglieri che hanno proposto l’ordine del giorno della loro attenzione e impegno, così come a tutti i consiglieri che hanno votato per approvarlo».
«Ciò però non basta – aggiunge l’Unità di crisi –. Si tratta sicuramente di un ulteriore passo in avanti, ma il traguardo non c’è. Va ricordato che le strutture private che appartengono all’Unità di crisi hanno visto saldare (per ora ancora sulla carta) i conteggi relativi alle prestazioni erogate fino al 30 settembre di quest’anno. Per i tre mesi che vanno a chiudere il 2022, invece, fino allo scorso Consiglio, non c’erano certezze. Ma siamo consci e lo abbiamo provato sulla nostra pelle, che anche con una richiesta formale e ufficiale alla Giunta da parte della maggioranza del Consiglio, la concretezza di un risultato non è certa e comunque necessita lunghi tempi».
Per l’Unità di crisi, quindi, «la questione ora ritorna al presidente Bardi e all’assessore Fanelli che già in tante occasioni hanno dichiarato e rassicurato sul loro impegno nei confronti di questa grave crisi. Ora, ci aspettiamo quantomeno delle conferme di impegno da parte della Giunta e rimaniamo col fiato sospeso, in attesa di una definitiva soluzione a un grave problema che se non risolto peggiorerebbe ancora di più, e in modo pesante, il complesso quadro della sanità lucana. (…) Non capiamo – prosegue la nota – il silenzio da parte del presidente e dell’assessore ai quali è stata fatta in più occasioni una ben precisa domanda riguardo la possibilità o meno di continuare ad erogare prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale per l’ultimo periodo dell’anno. Possiamo continuare ad assistere i pazienti? O dovremmo bloccarci completamente, per non rischiare di lavorare ed avere costi senza essere remunerati? Una risposta crediamo che sia non solo opportuna ma doverosa».
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