Il procuratore generale di Catanzaro Nicola Gratteri
2 minuti per la letturaROMA – “Credo che l’abolizione del reato di abuso d’ufficio sia un falso problema perché i processi per abuso d’ufficio sono pochissimi ed è un reato quasi indimostrabile”.
Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, in un’intervista al quotidiano La Stampa aggiungendo che “il Comune non può diventare ‘cosa proprià. Forse la strada giusta è una rivisitazione della norma”.
Gratteri ha parlato di un recente colloquio con il Guardasigilli, all’inaugurazione della nuova sede della procura: “Ho ribadito anche a Nordio, ma credo ne abbia piena consapevolezza, che la riforma Cartabia è una tragedia. un disastro”. Dicendosi “felice” del rinvio dell’entrata in vigore ha aggiunto che “era inevitabile, richiesto e gridato a viva voce da me da tanto tempo, poi da altri uffici giudiziari, dal Csm, dall’Anm. Molte, ma veramente molte disposizioni vanno radicalmente cambiate. È tutto paradossale. Ci sarà la paralisi dei procedimenti, la paralisi della giustizia. Non so se è chiaro cosa significhi per la collettività. Altro che Pnrr – ha aggiunto Gratteri – Avremmo potuto averli comunque, ma con riforme di gran lunga più adeguate. Anzi una riforma presentata con slogan “è l’Europa che ce lo chiede” va esattamente nel verso opposto. Lo dice la stessa Europa nella Relazione sullo stato di diritto 2022, documento annualmente redatto dalla Commissione Ue che analizza gli sviluppi dei sistemi giudiziari negli Stati membri, evidenziando diverse critiche nei confronti delle riforme volute dal ministro Cartabia”.
Per quanto riguarda le indagini per mafia Gratteri ha detto che “il pubblico ministero sarà tenuto a depositare gli atti (rendendoli noti alle parti), anche se nel frattempo il giudice starà decidendo su una misura cautelare. Risultato: l’associazione mafiosa saprà che c’è un’indagine e che pende una richiesta di cattura sui suoi esponenti”.
Gratteri non ha risparmiato critiche anche sulla riforma del Csm e ha detto che “invece di indebolire ha rafforzato le correnti e le ultime elezioni lo dimostrano”. Si è detto “dispiaciuto abbastanza” di non essere nominato procuratore nazionale antimafia, “ma vado avanti. Non potendo rimanere a Catanzaro fino alla pensione – ha concluso -, credo che farò anche la domanda come procuratore generale di Roma”.
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