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POTENZA – Il gup di Potenza ha assolto l’ex patron del Potenza calcio dall’accusa di riciclaggio con l’aggravante di aver agevolato le attività del vecchio clan dei basilischi.
In aula il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni con i benefici della scelta del rito abbreviato.
Assente alla lettura del verdetto, Postiglione si è detto «soddisfatto» della decisione e ha ringraziato i suoi legali, gli avvocati Donatello Cimadomo e Paolo Lorusso.
«E’ la seconda volta nel giro di pochi giorni – ha aggiunto Postiglione – che vengono riconosciute inattendibili le accuse di Cossidente nei miei confronti. Finalmente anche in Tribunale si stanno accorgendo di quanto ho sempre sostenuto».
Le accuse ruotavano attorno al tesoretto di 400mila euro scovato su un conto corrente riconducibile al giovane imprenditore alla Banque de Gestion Edmond de Rothschild di Monaco soprannominato Palma01, come la mamma e la figlia di Postiglione. Soldi che secondo gli inquirenti, in parte, sarebbero stati il frutto delle scommesse su una serie di gare combinate dei campionati di calcio del 2007/2008, e, in parte, dei traffici di coca del clan che al Viviani aveva messo radici, all’epoca dei suoi rossoblu.
A dare il “la” al supplemento d’inchiesta sulla calcio-connection tra sport e malavita nel capoluogo era stato l’ex boss pentito Antonio Cossidente, che una volta intrapresa la collaborazione con la giustizia ha accusato Postiglione di aver custodito i suoi soldi a Montecarlo. O meglio, quelli che a lui venivano “girati” dai suoi uomini impegnati nel traffico di droga in città, in particolare cocaina. Più o meno 200mila, secondo l’ultimo padrino dei basilischi, che ha detto di averli consegnati personalmente all’ex patron del Potenza sport club.
Il tesoretto dell’ex giovane patron del Potenza sport club venne sequestrato a settembre del 2010. Dieci mesi dopo l’arresto di Postiglione che è tuttora a processo con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alle scommesse illecite riferite al campionato di Prima divisione, in cui la squadra militava, e alcune partite delle serie superiori.
Quei 412mila euro e rotti risultano versati da dicembre del 2008 a novembre del 2009, quando è scattata l’operazione “Ultimate” dei militari del Nucleo investigativo dei carabinieri di Potenza.
Mentre un anno dopo le indagini si sarebbero concentrate su un altro presunto tesoretto, questa volta custodito in Svizzera. A rivelarne l’esistenza era stata una lettera con l’intestazione della Banca del Sempione consegnato agli inquirenti dall’ex direttore generale del Potenza sport club, Pasquale Giuzio. Un documento disconosciuto dalla stessa Banca del Sempione, che replicando a una richiesta di informazione dei legali di Postiglione ha parlato di un falso smentendo l’esistenza di conti corrente dell’imprenditore aperti nelle loro filiali d’oltralpe.
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