L'ex direttore generale del San Carlo Massimo Barresi
3 minuti per la letturaPOTENZA – L’ex direttore generale del San Carlo, Massimo Barresi, il dirigente Pier Paolo Galli e l’ex direttore amministrativo Maddalena Berardi sono stati condannati dalla Corte dei conti della Basilicata risarcire alla medesima azienda ospedaliera 97.689,29 euro.
Il collegio presieduto da Vincenzo Maria Pergola ha ridotto di oltre tre quarti la richiesta di condanna al pagamento di 419.570 euro che era stata avanzata dal sostituto procuratore regionale Giulio Stolfi. Quindi ha disposto che, dei 97mila euro da risarcire: 49mila siano addebitati a Barresi; 34mila a Galli; e 15mila a Berardi.
La colpa dei tre individuata dai giudici ruota attorno allo smantellamento totale del servizio di «prevenzione e protezione dai rischi» così come veniva svolto dal personale interno all’Azienda ospedaliera, «con sostituzioni “in blocco”» del medesimo personale con consulenti esterni.
Secondo la Corte dei conti, infatti, eventuali criticità sarebbero state superabili integrando il personale interno con dei consulenti, o formando altri dipendenti a questo tipo di attività. Invece si è optato per affidare tutto all’esterno con un incremento di spesa circa 190mila euro in due anni per le casse dell’azienda ospedaliera.
La riduzione a 97mila euro della condanna inflitta a Barresi, Galli e Berardi è stata decisa «in ragione del concorso della condotta del Collegio dei revisori nella causazione del danno in quanto, all’esito di un’ articolata istruttoria, nulla eccepiva sulle dinamiche della scelta amministrativa adottata».
Nei prossimi mesi, quindi, è probabile che siano chiamati a rispondere per i 93mila euro restanti proprio i revisori dei conti in questione.
Il collegio ha definito «gravemente colposo» il comportamento dei tre dirigenti del San Carlo. Quindi ha individuato come «preponderante il ruolo e, quindi, il contributo causale del direttore generale pro tempore, in quanto giuridicamente titolare del potere di assumere la scelta traendo le somme di un processo istruttorio/valutativo su cui, inevitabilmente, ha posto il suo imprimatur e dal quale era ben esigibile, peraltro, una valutazione ben più attenta ed oculata».
La gestione del servizio di «prevenzione e sicurezza» del San Carlo, e l’inchiesta condotta al riguardo dalla procura della Corte dei conti, era stata portata da Barresi e Galli anche al vaglio della procura ordinaria.
Ex dg e dirigente avevano denunciato, in particolare, il presunto «conflitto d’interessi» del responsabile del servizio smantellato, nonché attuale direttore generale, Giuseppe Spera, per aver fornito ai pm contabili una serie di informazioni per completare la loro istruttoria sul caso. Lo stesso Spera che nel 2019 aveva impugnato la nomina di Barresi, e un anno e mezzo dopo sarebbe riuscito a ottenerne l’annullamento al Tar, dopo un periodo di difficile convivenza con l’ex dg.
La Corte di conti, ad ogni modo, ha giudicato irrilevante il presunto «conflitto d’interessi» sollevato.
La condanna appena emessa dai giudici contabili rischia di avere ripercussioni anche sul prosieguo dell’inchiesta sulla “mala politica lucana” dei pm di Potenza, che hanno eletto Barresi al rango di superteste, teorizzando l’esistenza di un sistema di potere deviato ai vertici della Regione, che lo avrebbe contrastato in quanto indisponibile a compromessi sulla legalità e i principi fondamentali della buona amministrazione.
Di quel sistema deviato, secondo i pm ordinari, avrebbe fatto parte anche lo stesso Spera, che agli inizi di ottobre è finito persino agli arresti domiciliari, ma è stato rimesso in libertà a distanza di due settimane dal Tribunale del Riesame.
Il napoletano Barresi era stato scelto per guidare il San Carlo, a sorpresa, sul finire della scorsa legislatura dall’ex governatrice facente funzioni Flavia Franconi, espressione di un’amministrazione di centrosinistra. Cionondimeno avrebbe trovato a lungo una sponda affidabile all’interno dell’amministrazione di centrodestra subentratale, guidata dal governatore Vito Bardi. Grazie soprattutto al rapporto privilegiato col segretario di Bardi, Mario Araneo, altro superteste dei pm potentini. Malgrado le polemiche per una serie di scelte gestionali e le tensioni con altri due presunti esponenti del sistema di potere deviato: gli ex assessori alla Salute e alle Attività produttive Rocco Leone e Franco Cupparo.
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