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CATANZARO – Avrebbe favorito associazioni a lei vicine per la realizzazione di progetti finanziati con fondi pubblici in cambio della disponibilità di queste ad assumere o conferire incarichi a propri familiari, in taluni casi nonostante fossero sprovvisti dei titoli, qualifiche ed esperienza necessari. Con questa accusa è finita questa mattina ai domiciliari l’attuale direttrice dell’Istituto Penale per Minorenni “Beccaria” di Milano (già responsabile dell’omologa struttura nissena) Alfonsa Micciché.

Destinatari con lei dei provvedimenti di custodia, eseguiti dai Carabinieri di Caltanissetta in collaborazione con personale delle Province di Agrigento, Catanzaro e Milano, altre quattro persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pa e di corruzione e concussione per induzione.

In Calabria è finita nell’inchiesta la presidente e dipendente della Onlus “Araba Fenice” di Catanzaro, Gaetana Rosaria Migali, a cui si aggiungono anche la figlia di Alfonsa Micciché Federica Fiorenza e il suo fidanzato Emiliano Maria Longo, e Giuseppe Focaccio.

Dalle indagini, durate circa un anno e condotte attraverso attività di acquisizione documentale e di testimonianze oltre a operazioni di intercettazione, è emersa, secondo gli investigatori, «l’esistenza di un sistema illecito nell’affidamento a soggetti privati di attività formative e culturali da rivolgere ai minori detenuti., caratterizzato da una commistione di interessi imprenditoriali, economici e personali, ai quali è stata asservita la funzione pubblica di rieducazione dei giovani ristretti negli Istituti».

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