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MATERA – Non è stato gradito, ai tantissimi espositori materani e non, il trasferimento del mercatino dell’antiquariato in piazza Matteotti. La scelta, momentanea (si parla di questo mese, mentre per novembre è ancora in dubbio il luogo che sarà dedicato ai commercianti per passione o per professione) allontana da piazza Vittorio Veneto il commercio dell’usato, dell’antico e del riciclato, ma anche quel commercio al dettaglio di artigianato più puro.
Non lontanissimi dal centro storico, in una zona nevralgica per l’arrivo e il passaggio dei turisti, ma con alcune difficoltà di base e soprattutto lontani dal cuore pulsante della città, inteso come zona nella quale si passeggia, si ha tempo per osservare, per fermarsi, richiedere informazioni e, magari, acquistare qualche pezzo unico, raro. Da alcune realizzazioni fatte a mano, ai libri quasi dimenticati o antichi, dagli utensili alle Polaroid, passando per strumenti e vecchi elementi d’arredo delle più disparate dimensioni e dai più strani utilizzi.
Oltre queste, c’è un’altra premessa importante. Tutti i mercatini dell’antiquariato e dell’artigianato, in giro per le città europee, si svolgono nei centri storici, nel cuore della vita turistica, artistica e architettonica delle città. Eppure, a Matera da ieri e quindi anche per oggi, nel terzo fine settimana del mese, come usualmente accade da diversi anni, gli espositori hanno piazzato le proprie strutture, ma la situazione è cambiata diametralmente. Siamo andati a fare un giro in piazza Matteotti. Meno gente ferma sulle bancarelle, affluenza che in serata è scesa ulteriormente rispetto al solito, inoltre, molti espositori, soprattutto provenienti da fuori città, hanno deciso di non affrontare il viaggio, mentre per qualcuno non c’è stato spazio per piazzare la propria merce in esposizione. Così, da 50 espositori presenti di solito, in questo fine settimana, solamente 29 erano al proprio posto. «Ma come mai non siete in piazza? Sono passata per vedere dei libri e non vi ho trovati, sono qui per puro caso, non sapevo di questo spostamento» chiedeva una signora ad un espositore mentre passavamo. «Signora ci sono amministratori che non vogliono dialogare e questo è il risultato» la risposta.
Poco dialogo, basta questo? Per ora pare proprio di si. «Andiamo male, l’ho detto sin dal primo momento che non era una buona idea – spiega Giancarlo D’Ercole, materano tra i più assidui espositori – Vendo libri sulla città, non essere in piazza è una perdita anche per i turisti, oltre che per i materani». Una chiosa ripresa e valorizzata dalla tesi di Rosaria Viscerri, espositrice di Brienza. «Qui c’è poco spazio e poca visibilità. Alcuni hanno preferito altre piazze per oggi». Una scelta che probabilmente farà la prossima volta anche Tonino Barberio di Santeramo. «E’ più bello esporre in centro. Non conosci i problemi di Matera, ma queste attività bisogna incentivarle, non tagliare le gambe a chi punta sul reciclo e il riuso».
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