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IL “cuscio” ha conquistato la Garbatella. Mica facile l’impresa, vista la concorrenza. Ma la proposta del team potentino di Effess – un panino a base di peperoni cruschi e baccalà – ha conquistato il pubblico romano
Il panino con il crusco igp di Senise e tocchetti di baccalà è stato ribattezzato “il cuscio” per l’evento “Cucine di strada” che si è svolto a Roma, nel quartiere Garbatella. Tra gli stand – presenti alla manifestazione ristoratori provenienti da tutte le regioni – c’erano anche i ragazzi potentini (Giosuè Mazzarella, Daniela Manelli, Massimo Manelli e Pasquale Ciciriello) che hanno colpito e sollecitato la curiosità di residenti e turisti con le serre dei cruschi.
«I romani – racconta Giosuè, uno dei titolari di Effess – sono buongustai, dal palato fine e conoscono da tempo la cucina di strada diventata un trend diffusissimo come da noi la pizza in pizzeria, con gusti però più forti e originali. Ma non è stato difficile soddisfarli con i sapori della nostra terra».
L’accoppiata crusco-baccalà ha così riempito di colore e profumi un pezzo della passeggiata all’insegna del buon gusto tra le vie di uno dei quartieri storici della Capitale. L’offerta di cibo da strada è vastissima e attraversa lo stivale fra prelibatezze di ogni genere: da quelle siciliane (panelle, arancine e cannolo), alla pizza fritta e le frittate di pasta napoletane; dal panino con la porchetta, le bombe fritte e i maritozzi tutti rigorosamente romani, passando per il panzerotto pugliese, il cartoccio di pesce fritto, il cuoppo, bombe e maritozzi, e tanto altro sino all’arrosticino abruzzese.
Il segreto del successo pe ril team potentino? «Per noi il cibo di strada – che si sta evolvendo dallo “street food”, al “social food “ – dice Giosuè – deve essere collegato al territorio attraverso una tradizione gastronomica e l’utilizzo di materie prime specifiche preferibilmente certificate (DOP, IGP, BIO). Il tradizionale reinterpretato».
Dunque – sottolinea Arturo Giglio del Centro Studi Turistici Thalia che ha seguito l’evento – sta emergendo una nuova generazione di “metro eater”, dinamici ricercatori dello street food gourmet, che prediligono le ricette legate alla tradizione italiana.
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