La porta dell'appartamento
2 minuti per la letturaCATANZARO – Restano stabili, seppur ancora molto gravi, le condizioni di salute dei quattro componenti della famiglia Corasaniti, gli unici scampati all’incendio divampato nella loro casa situata al quinto piano di una palazzina di edilizia popolare, in via via Caduti 16 marzo 1978, nel quartiere Pistoia a sud di Catanzaro.
Incendio che ha trasformato nella notte tra venerdì e sabato l’abitazione in una trappola mortale per tre dei 5 figli: Saverio, 22 anni – ragazzo affetto da autismo, conosciuto e amato da tutti per la sua allegria – Aldo Pio, di 14 e Mattia Carlo di 12, e per la cui morte una intera città è tuttora sconvolta.
La madre Rita Mazzei, casalinga di 42anni, si trova ricoverata in gravi condizioni al centro grandi ustionati di Bari, dove è stata trasferita d’urgenza con l’elisoccorso dopo che i medici dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, al suo arrivo in nosocomio hanno accertato le gravi e profonde ustioni su più del 40% del corpo.
Stessa situazione, confermata per la figlia più piccola, Zaira Maria, di appena 10 anni che ha riportato ustioni sulle mani e sul 50% del corpo, rendendo così urgente il suo trasferimento al centro pediatrico grandi ustioni di Napoli.
Mentre sono ancora entrambi intubati e sotto osservazione, il padre Vitaliano Corasaniti – venditore ambulante di abbigliamento nei mercatini rionali della città capoluogo – e il figlio sedicenne, Antonello, ricoverati fin da sabato nel reparto di rianimazione del Pugliese.
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Per loro due i medici non hanno al momento sciolto la prognosi, e attendono di verificare e capire l’entità del danno causato ai polmoni dall’esalazione del fumo.
INCENDIO A CATANZARO, DISPOSTA L’AUTOPSIA
Nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Saverio, Aldo Pio e Mattia Carlo – morti molto probabilmente per intossicazione da fumo – disposta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che ha aperto un fascicolo (di cui è titolare il sostituto procuratore Francesco Bordonali) in cui si ipotizzano i reati di omicidio colposo e disastro colposo.
Passaggio obbligato, questo da parte della Procura – che ha affidato le indagini ai carabinieri – per fare luce sull’accaduto soprattutto in presenza di vittime e per poter disporre le autopsie e i relativi accertamenti del caso e risalire alle cause dell’incendio.
Accertamenti che verranno fatti con un sopralluogo ancora più approfondito nell’appartamento della famiglia Corasaniti in cui sono divampate le fiamme sprigionatesi, presumibilmente e da una prima perizia fatta dai Vigili del fuoco sabato non appena è stato possibile accedere all’interno dell’abitazione subito dopo lo spegnimento del rogo, dalla cucina e propagatesi in pochi minuti in tutta l’abitazione.
Toccherà, quindi, agli uomini dell’Arma, chiarire le dinamiche della tragedia e stabilire la causa scatenante delle fiamme – per le quali sono state già escluse eventuali perdite di gas – con l’aiuto dei Vigili del fuoco o di periti tecnici esterni, e non appena il magistrato incaricato del caso darà delega.
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