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POTENZA – I giornalisti dell’Espresso si sono difesi puntando il dito contro lui, Mansueto Cosentino, 37enne di Lauria ed ex comandante dei Nas di Palermo. Sarebbe stato il carabiniere lucano a convincerli dell’esistenza di quell’intercettazione “fantasma” tra il governatore siciliano Crocetta e il suo medico personale, in cui il secondo si augurava che l’allora assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino facesse la fine del padre. Ma secondo gli inquirenti è una palese calunnia, per questo hanno chiesto il giudizio immediato di entrambi.
Sembra destinato a iniziare in tempi record il processo per Piero Messina e Maurizio Zoppi, i due autori dell’articolo che, a luglio, svelò l’esistenza di un’intercettazione tra Crocetta e Matteo Tutino, ai domiciliari per truffa. Una telefonata shock, venuta fuori alla vigilia delle commemorazioni dell’attentato di via d’Amelio, scatenando nel giro di qualche ora un caso politico enorme attorno al governatore siciliano.
L’esistenza di quella conversazione nei nastri dell’indagine per cui Tutino era finito agli arresti domiciliari venne smentita poco dopo dal capo dei pm palermitani Francesco Lo Voi, intervenuto più volte per negare negare la sua esistenza agli atti di alcun procedimento penale aperto dal suo ufficio. Una presa di posizione secca a cui il settimanale l’Espresso, direttore in testa, rispose ribadendo l’esistenza dell’intercettazione che – questa la tesi sostenuta – sarebbe stata ascoltata dai cronisti.
La richiesta al gip di un decreto di giudizio immediato presuppone che la Procura ritenga «evidente» la prova del reato.
Le accuse per i due giornalisti incriminati, interrogati più volte dal procuratore, che ha svolto personalmente le indagini, e dall’aggiunto Leonardo Agueci, sono di calunnia e diffusione di notizia falsa idonea a «turbare l’ordine pubblico».
Insieme alla richiesta di immediato (il fascicolo è stato assegnato ora anche al sostituto Claudio Camilleri) i pm hanno depositato una breve memoria in cui si ricostruisce il caso, i verbali di interrogatorio dei testimoni sentiti – circa una decina tra cui l’ex assessore Lucia Borsellino – un giornalista de La Sicilia e diversi militari del Nas.
Tra gli atti consegnati al gip ci sono anche alcune intercettazioni di conversazioni dei due giornalisti indagati e le relazioni dei carabinieri che hanno effettuato gli accertamenti su tutta la vicenda.
Quanto all’ipotesi di calunnia, inizialmente era indagato il solo Messina. Perché nei giorni caldi dello scoop e delle smentite si sarebbe confidato con un ufficiale del comando provinciale dei carabinieri di Palermo. Rivelandogli che a parlargli dell’intercettazione era stato il capitano Cosentino, titolare delle indagini su Tutino, e attualmente in servizio a Desio, in Lombardia.
Dal comando provinciale sarebbe partita una relazione di servizio ai pm con la rivelazione di Messina. Per questo Cosentino, è stato interrogato subito dopo dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, volato a Bari ad attenderlo di ritorno da una crociera.
Il comandante del Nas ha negato categoricamente di avere mai rivelato la notizia a Messina. Di qui l’iscrizione per calunnia e rivelazione di notizie false a carico di Messina, e a carico di Zoppi soltanto per il reato meno grave.
Durante il primo interrogatorio i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Poi hanno chiesto di essere sentiti e Zoppi ha ribadito le accuse verso Cosentino, finendo per ritrovarsi iscritto a sua volta per calunnia.
Parallelamente all’inchiesta della Procura di Palermo anche l’Ordine dei giornalisti ha avviato un’indagine conoscitiva sulla vicenda.
La richiesta di giudizio immediato per i due giornalisti «potrebbe essere un auspicio per avere finalmente un gip assegnatario del fascicolo…». Ha dichiarato all’Adnkronos Fabio Bognanni, legale dei due cronisti del settimanale, commentando la richiesta del Procuratore Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Leonardo Agueci.
«Già prima dell’estate avevamo chiesto un incidente probatorio – dice ancora Bognanni – ma il gip assegnatario, Agostino Gristina, si era spogliato del fascicolo. E il fascicolo non venne assegnato a nessun altro gip. Sono sereno, anzi, auspico che i tempi siano veloci».
L’avvocato Fabio Bognanni ribadisce poi di avere presentato lo scorso 10 agosto la memoria difensiva per i due giornalisti dell’Espresso, Maurizio Zoppi e Piero Messina, e di avere chiesto il 18 agosto l’incidente probatorio. Ma il Gip assegnatario Agostino Gristina «si era spogliato del fascicolo», spiega . E da allora il fascicolo «non è stato assegnato a nessun’altro Gip».
Sull’istanza di giudizio immediato il gip dovrà provvedere entro 5 giorni.
l.amato@luedi.it
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