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VIBO VALENTIA – La sua auto era parcheggiata a fianco a quella della madre, a Vibo, a poche centinaia di metri dal centro cittadino. Era una Kia Rio della quale adesso restano ben visibili i segni del fuoco. Un danneggiamento, dunque, sul quale sembrano esserci pochi dubbi. Lui si chiama Giuseppe La Torre, don Giuseppe La Torre per l’esattezza, parroco vibonese di 45 anni che da ieri sera si trova a vivere in uno stato di angoscia per quanto occorsogli. L’incendio ha interessato, come detto, la sua vettura parcheggiata in via Jemma. Le fiamme si sono rapidamente propagate anche all’altra vettura accanto a quella del religioso e di proprietà della madre.

Sono stati i residenti della zona a far scattare l’allarme chiamando i Vigili del fuoco che hanno provveduto ad estinguere l’incendio, ed i carabinieri della Stazione i quali hanno effettuato i rilievi del caso e le indagini per risalire agli autori del gesto criminoso sul quale al momento non sembrerebbe esserci una pista definita. È chiaro che non si tralascia l’attività pastorale del religioso che, oltre ad essere stato parroco in diversi centri del Vibonese, presta attualmente la sua opera alla diocesi di Mileto, anche se il ventaglio di ipotesi è particolarmente ampio. Appresa la notizia, in molti si sono detti sgomenti per quanto accaduto.

In particolare don Giuseppe Fiorillo, presidente provinciale di “Libera Vibo”, che si è detto particolamente vicino al giovane prete: “Sono fatti che ci colpiscono e ci rattristano – ha riferito l’ex arciprete del Duomo di San Leoluca – Purtroppo nella società odierna siamo costretti ad assistere anche ad eventi come questo nel quale la barbarie sembra non avere limiti. Fortunatamente non è così, però questi sono gesti che inquietano. A nome mio personale e dell’associazione esprimo la totale vicinanza a don Giuseppe La Torre, con la certezza che, confidando nella fede, troverà la forza per superare un così spiacevole episodio e tornerà a professare la parola del Vangelo con la serenità cristiana che lo ha sempre accompagnato nella sua vita».

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