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MATERA – «In una settimana abbiamo già firmato nel materano 5 provvedimenti di cassa integrazione ordinaria di aziende del legno tra salotti e mobili per un totale di circa 300 lavoratori coinvolti e potrebbe non essere finita qui perché la situazione è complessa e preoccupante». Il segretario regionale della Feneal Uil Cosimo Damiano Paolicelli spiega al “Quotidiano” la difficoltà che un settore che pareva poter sfruttare l’onda della ripresa nel periodo del Covid si trova ad affrontare.

Una congiuntura evidentemente complessa dettata dalla mancanza di materie prime che potrebbe ulteriormente aggravare la situazione provocando un effetto a catena anche su altre aziende fino a bloccare quasi completamente questo tipo di produzione. E i problemi in atto legati anche alle questioni energetiche rischiano di allargare ulteriormente le conseguenze anche su altro tipo di aziende che pure risultano essere in questo momento in una situazione di difficoltà come è il caso delle imprese legate all’edilizia che non vivono più ad oggi il momento d’oro che le aveva caratterizzate nel corso del periodo di uscita dalla pandemia nei mesi passati» continua ancora Paolicelli.

Ed a lanciare per primo l’allarme coinvolgendo anche la Confapi nazionale è il referente materano della sezione Legno e Arredo Luca Colacicco. Dal settore del mobile imbottito, in provincia di Matera, arriva l’allarme materie plastiche perché l’unico produttore europeo di TDI (Diisocianato di Toluene, la molecola da cui si ottiene il poliuretano e altri materiali plastici) una multinazionale tedesca, nei prossimi giorni fermerà la produzione a causa degli elevati costi energetici.

«Non solo i salottifici, ma tutte le imprese che utilizzano materie plastiche a base poliuretanica saranno in difficoltà. Per questo, si preannuncia un massiccio ricorso alla cassa integrazione. Sono diversi i settori merceologici interessati. Il mobile imbottito per il poliuretano espanso utilizzato nelle imbottiture e per gli imballaggi. Altri settori per il polistirolo e le diverse materie plastiche. Importare il TDI dagli USA o dalla Corea del Sud (unici Paesi in cui sono localizzati gli altri due produttori mondiali) è impensabile per svariati motivi. Pertanto, la carenza di questo materiale fermerà le produzioni anche in Italia» viene spiegato da Confapi e a quanto pare il ricorso alla cassa integrazione o comunque alla rivisitazione di alcuni orari e tempi di produzione pare essere decisamente già avviato. Un percorso in essere che non potrà avere in futuro alcuna battuta d’arresto se non ci saranno novità strutturali nella ricerca delle stesse materie prime.

«Il paradosso – evidenzia il Presidente Colacicco – è che in questo periodo le imprese del mobile imbottito hanno fatto il pieno di ordini, sono attive in tutte le fiere di carattere internazionale e stanno beneficiando della debolezza dell’euro per le loro esportazioni. Pertanto, doversi fermare per la carenza di materie prime, come effetto della crisi energetica, addensa nuove nubi sul settore e sulla tenuta occupazionale delle imprese labour intensive per antonomasia, come quelle di produzione di divani». Una situazione che dovrà evidentemente essere monitorata con attenzione per evitare che il ricorso alla cassa integrazione possa ulteriormente aggravarsi avendo conseguenze sempre più gravi sul territorio.

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