Pellet: prezzi alle stelle, aumenti anche per la legna da riscaldamento
2 minuti per la letturaTriplicano i prezzi per il pellet sempre più introvabile e costoso, aumenti anche per la legna da riscaldamento
COSENZA – L’inverno dello scontento. E del freddo. Sarà così per le famiglie che per riscaldarsi utilizzano stufe a pellet, il cui prezzo, ormai, risulta triplicato. «Prima del conflitto tra Russia e Ucraina un nucleo familiare, per un sacchetto di pellet di 15 kg, spendeva 5 euro: ora ne dovrà sborsare 15», afferma Pierluigi Schifino, titolare dell’omonima impresa che, con sede centrale a Frascineto, nel Cosentino, commercializza e importa legname da tutto il mondo.
«Se – aggiunge l’imprenditore – i costi della legna, comunque soggetti a un incremento del 20/30 per cento, sono perlopiù sopportabili, così non è per il pellet che, per esempio, io importo dai Paesi dell’Est, destinatari del blocco dell’export e delle sanzioni europee».
Dunque, il pellet scarseggia – proprio come conseguenza diretta della guerra -, ma qualora lo si rinvenisse, sarebbe costosissimo. «Non solo ci sono il blocco e le sanzioni – puntualizza sempre Schifino -, ma bisogna pure considerare quei Paesi, come la Germania, l’Olanda e il Belgio, che stanno cercando di trasformare le proprie centrali in strutture a biomasse, e quindi, utilizzando il prodotto per sé, non lo esportano più di tanto».
Prezzi del pellet alle stelle, aumenti anche per la legna da riscaldamento
Le cause, insomma, di questa crisi sono molteplici e le conseguenze colpiscono, come si accennava, direttamente le famiglie e i lavoratori. «Le famiglie – aggiunge l’imprenditore calabrese – faranno fatica a riscaldarsi, i dipendenti subiranno i “danni” di tutto ciò: io sono costretto a chiudere una delle mie produzioni, costituita da sei unità lavorative. È impensabile – dice ancora Schifino – che il prodotto, per l’appunto il pellet, sia passato da 200 euro a tonnellata a ben 600 euro a tonnellata».
Ad aumentare di prezzo, tra le altre cose, non sono soltanto i combustibili vegetali, ma anche le stesse stufe, quelle su cui, magari, le famiglie hanno investito per un miglior efficientamento e risparmio, e che attualmente sono diventate un vero e proprio problema.
«Aumentano le materie prime – chiosa l’imprenditore – ed è chiaro che aumenti tutto il resto». Un futuro, quindi, preoccupante.
«Per me che lavoro molto coi Paesi esteri è così – dice l’imprenditore – Lo scenario che si prospetta allarma: pensavamo che la guerra finisse, che ce l’avremmo fatta e, invece – prosegue -, la situazione sta degenerando».
Una situazione che degenera con il pensiero, sempre più vicino, di essere costretti ad affrontare i mesi invernali alle porte davanti a stufe vuote. Quale sarà il prezzo, effettivo, per riscaldarsi? Quali, infine, le conseguenze indirette?
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