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È nel Cosentino il borgo dove risiedono più “over ottanta” ma tutta la Calabria invecchia anche se gli anziani sono anche una forma di welfare
CATANZARO – L’Italia sta invecchiando. Non è un caso se gli over 80 rappresentano il 6,5 della popolazione residente: vale a dire poco meno di 4 milioni di persone, con una incidenza variabile sull’intero territorio, tra nord e sud ma soprattutto tra centri maggiori e aree interne.
In Calabria, secondo quanto rileva Openpolis sui dati Istat, il Comune con una maggiore presenza di anziani (età, appunto, superiore agli ottant’anni) è quello di Alessandria del Carretto, nel Cosentino (20,83 per cento). Seguono Staiti, in provincia di Reggio (18,49 per cento) e, sempre nel Cosentino, Castroregio (18,12 per cento). A voler, poi, proseguire, l’elenco sarebbe assai lungo: Andali, Sellia e Jacurso, nel Catanzarese, toccano le punte rispettivamente del 15,63 per cento, dell’11,59 e dell’11,56; a Crotone ci sono San Nicola dell’Alto al 13,99 per cento e Carfizzi al 13,64 per cento, mentre nel Vibonese Joppolo che si stanzia al 12,27.
LA CALABRIA INVECCHIA, LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO
I numeri, insomma, parlano chiaro: i centri maggiormente soggetti all’invecchiamento sono quelli che risultano più periferici e, cioè, più distanti dalle città polo, dalle città baricentriche in termini di servizi, quelle dove chi ha figli (sebbene sempre l’Istat abbia recentemente segnalato il calo demografico in atto, anche nella Punta dello Stivale) preferisce trasferirsi e, pertanto, vivere. Lo scenario non cambia affatto volendo considerare il lungo periodo. È ancora una volta Openpolis a dimostrarlo.
IL DATO CITTÀ PER CITTÀ
L’osservatorio, infatti, fa emergere quella che sarà la situazione “invecchiamento” da qui a otto anni, città per città. Prendiamo la provincia di Cosenza: nel 2020 su 690.503 residenti totali il 7,11 per cento ha almeno 80 anni; oggi è del 7,23; tale dato crescerà progressivamente fino ad arrivare, nel 2030, all’8,48. Poi Crotone: nel 2020 su 168.581 residenti totali il 5,97 per cento ha almeno 80 anni e anche in questo caso (nel 2022 il dato è pari al 6,21 per cento) si arriverà a un incremento nel 2030 (7,51 per cento). Analoghi discorsi per le altre province calabresi.
A Catanzaro tra otto anni la popolazione residente over 80 sarà uguale all’8,39 per cento (oggi è di 7,02; nel 2020 di 6,92 su 349.344 residenti totali). Infine, a Vibo si prevede l’8,52 per cento di over 80 per il 2030 (al momento la percentuale è di 7,25; nel 2020 era di 7,15 su 154.715 residenti totali). E a Reggio la situazione è la seguente: 8,29 per cento nel 2030; oggi 7,02 e nel 2020 6,86 su 530.967 residenti in totale. «A livello generale – è scritto nel report – il centro-sud vedrebbe gli incrementi (di popolazione “anziana”, ndr) più consistente».
LA CALABRIA INVECCHIA, UN’ALTRA LETTURA
Tutto ciò allarma in quanto a spopolamento (che fine faranno i borghi calabresi?) e a divario generazionale sempre più profondo, ma lo studio in questione può venir letto anche secondo un’ulteriore prospettiva. È proprio nelle aree lontane dalle città, dove spesso i servizi mancano, che le persone anziane possono rappresentare una forma di Welfare per le famiglie “giovani” che rimangono. In altre parole, il ruolo degli anziani può supplire ai ritardi del Paese, della Regione. Come, per esempio, alla storica debolezza dei servizi per l’infanzia (sempre Openpolis riferisce che «l’estensione del servizi negli asili appare più limitata in regioni come la Calabria») e delle misure di supporto alla genitorialità, due carenze che sono pure diretta conseguenza, come si accennava, dei sempre meno nuovi nati e della popolazione che, così, invecchia progressivamente.
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