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La geografia della ‘ndrangheta, viaggio attraverso le cosche attive nel territorio della Calabria provincia per provincia

Pubblichiamo stralci della relazione della Dia al Parlamento (secondo semestre 2021) dalla quale si evince chiaramente la geografia delle cosche aggiornata dagli analisti dell’antimafia. È solo il caso di appuntare che la relazione è aggiornata alla fine del 2021, per cui, per esempio, non risultano le recentissime ricostruzioni degli inquirenti sui clan operanti a Cosenza e hinterland, secondo il “sistema” confederato a cui si fa riferimento nella maxi inchiesta “Reset” risalente a qualche settimana fa.

‘NDRANGHETA, LE COSCHE IN PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

Mandamento CENTRO

Le pronunce giudiziarie e le analisi di settore degli ultimi anni confermano una ripartizione delle aree di influenza della criminalità organizzata reggina secondo le macro-aree del “mandamento centro” che ricomprende la città di Reggio Calabria e le zone ad essa limitrofe, del “mandamento tirrenico” che si estende sull’omonima zona tirrenica la c.d. “Piana” e del “mandamento ionico” che insiste sulla fascia jonica la c.d. “Montagna”.

Nella città di Reggio Calabria si conferma una certa stabilità degli assetti criminali verosimilmente in linea con la strategia di silente salvaguardia dei superiori interessi economici delle cosche. (…) Nel mandamento centro risultano egemoni le cosche LIBRI, TEGANO, CONDELLO e DE STEFANO come peraltro testimoniato da importanti e recenti pronunciamenti giudiziari.

Continuando con la mappatura geo-criminale del mandamento centro oltre ai menzionati DE STEFANO, CONDELLO, LIBRI e TEGANO si registra l’operatività della ‘ndrina SERRAINO nei quartieri reggini di San Sperato e nelle frazioni di Cataforio, Mosorrofa e Sala di Mosorrofa e nel comune di Cardeto. (…)

Nei rioni Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra risultano attivi i ROSMINI legati ai SERRAINO e i BORGHETTO-ZINDATO-CARIDI federati alla cosca LIBRI. (…)
A sud della città risultano attivi a Sambatello-Gallico gli ARANITI mentre nel quartiere Geb-bione è operativa la cosca LABATE-ti mangiu. (…)

Nel comune di Scilla l’attivismo dei NASONE-GAIETTI è stato in parte ridotto da un’azione investigativa conclusa dai Carabinieri il 15 luglio 2021. (…)

Per concludere a S. Lorenzo, Bagaladi e Condofuri si conferma la presenza della cosca PAVIGLIANITI legata alle famiglie FLACHI, TROVATO, SERGI e PAPALIA. (…)

Mandamento TIRRENICO

Le cosche del mandamento tirrenico continuano ad esprimere una spiccata vocazione imprenditoriale. In linea di massima l’ingerenza delle cosche si espliciterebbe attraverso la gestione per interposta persona degli appalti secondo logiche prestabilite di spartizione.

Nella Piana di Gioia Tauro si continua a registrare l’operatività dei gruppi PIROMALLI e MOLÈ nei cui confronti è proseguita l’azione di contrasto anche di natura ablativa da parte delle autorità inquirenti verso i patrimoni illecitamente accumulati. Particolarmente incisiva è stata l’azione di contrasto sul territorio della Piana di Gioia Tauro a carico dei gruppi PIROMALLI e MOLÈ risultati destinatari di numerosi provvedimenti giudiziari. (…)

Nell’area di Gioia Tauro oltre ai citati PIROMALLI risulta attivo anche il gruppo DE MAIO-BRANDIMARTE.

LA SITUAZIONE A ROSARNO E SAN FERDINANDO

Nel comprensorio di Rosarno e San Ferdinando si registra l’operatività delle cosche PESCE e BELLOCCO particolarmente capaci nell’infiltrare l’economia locale ma anche impegnati in diversi traffici illeciti specie in ambito portuale, nelle estorsioni, nell’usura e nella gestione dei giochi e delle scommesse. I gruppi sono stati interessati nel semestre in esame da varie decisioni giudiziarie e azioni investigative che ne hanno affievolito la capacità operativa. (…)

Si ricorda che nel mese di gennaio 2021 i Carabinieri a conclusione dell’operazione “Faust” avevano dato esecuzione ad una misura restrittiva nei confronti di 49 persone ritenute re-sponsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena. L’attività investigativa avviata dal 2016 aveva consentito di acclarare la radicata operatività della cosca PISANO detta anche dei “diavoli di Rosarno” collegata ai PESCE e mediante una rete collaudata di cointeressenze criminose anche con altre cosche del territorio della provincia di Reggio Calabria quali quelle di Polistena (RC) e di Anoia (RC).

(…) Anche le famiglie CACCIOLA e GRASSO risultano radicate nella Piana di Gioia Tauro e sono riconducibili alla società di Rosarno. (…) Nell’area di Rizziconi permane l’operatività della famiglia CREA con proiezioni anche nel centro e nord Italia. (…)

A Sinopoli, Sant’Eufemia e Cosoleto si registra l’influenza degli ALVARO. A Cittanova permane l’operatività delle famiglie FACCHINERI e ALBANESE – RASO-GULLACE colpite nel periodo in esame da numerosi provvedimenti ablativi della DIA. Mentre a Taurianova si registra l’egemonia del gruppo AVIGNONE-ZAGARI-VIOLA-FAZZALARI e del sodalizio SPOSATO-TALLARIDA. Nel comune di Laureana di Borrello infine risulterebbero attivi i sodalizi LAMARI e CHIN-DAMO-FERRENTINO. (…)

Mandamento IONICO

Le cosche del mandamento ionico confermano una forte propensione per il traffico internazionale di stupefacenti, riuscendo a movimentare grandi quantitativi di droga grazie a consolidati rapporti di affidabilità con i fornitori stranieri. Per quanto attiene alla mappatura geo-criminale delle consorterie si richiama in primo luogo il locale di Platì in seno al quale si conferma l’operatività delle cosche federate BARBARO-TRIMBOLI-MARANDO che annoverano proiezioni operative nel nord Italia. Nel locale di San Luca risultano egemoni le cosche PELLE-VOTTARI-ROMEO e NIRTA-STRANGIO.

Proprio San Luca è da sempre considerato la “mamma” di tutti i locali di ‘ndrangheta. Qui è infatti presente il Santuario della Madonna di Polsi noto per i summit nel cui corso si orientano gli affari, si definiscono le alleanze, si dirimono le controversie e vengono dettate le strategie criminali della ‘ndrangheta.
Si ricorda inoltre che esponenti della famiglia sanlucota GIORGI detti “Boviciani” sono risultati coinvolti tra gli altri nell’operazione “Platinum – DIA” del maggio 2021, in quanto ritenuti re-sponsabili di narcotraffico (…)

Con riguardo al locale di Africo risulta egemone la cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI fortemente proiettata anche oltre i confini regionali. Nel corso della stesura della presente relazione è stata perfezionata la procedura di estradizione di un noto esponente della cosca MORABITO, i cui dettagli saranno approfonditi nella prossima relazione (…)

Per quanto riguarda il locale di Siderno è attiva la cosca COMMISSO caratterizzata da una spiccata vocazione a proiettare all’estero i propri interessi criminali soprattutto in Canada. Tale consorteria risulta in contrapposizione ai COSTA-CURCIARELLO insistenti nel medesimo territorio. (…)

Le cosche CATALDO e CORDÌ dopo quarant’anni di faida tra le più cruente della storia della ‘ndrangheta sembrerebbero aver trovato un equilibrio con la spartizione del comprensorio di Locri cui si sarebbero adeguati anche i sodalizi AVERSA-ARMOCIDA, URSINO e FLOCCARI satelliti delle due principali cosche. (…)

LE COSCHE DI ‘NDRANGHETA NELLA PROVINCIA DI CATANZARO E NEL CAPOLUOGO DELLA CALABRIA

Nel semestre in parola nel Distretto di Catanzaro lo scenario criminale e l’operatività della criminalità organizzata ha confermato la pericolosità delle cosche incentrata sulla sempre maggiore capacità di penetrazione nei contesti economici, politico-amministrativi e sociali.

Si osserva tuttavia una staffetta generazionale causata dal venir meno di capi e affiliati di rilievo decimati dai numerosi arresti e dalle inchieste giudiziarie.
Nel territorio di Catanzaro non si sono registrati mutamenti significativi circa la mappatura criminale dove rimane salda la presenza dei clan “storici” come i GAGLIANESI, nonché quella dei GRANDE ARACRI di Cutro e dei cd. ZINGARI (famiglie COSTANZO-DI BONA, ABBRUZZESE-BEVILACQUA, PASSALACQUA, BERLINGERI) attivi nelle attività usuraie con la finalità di rilevare attività economiche in sofferenza per poi “affidarle” a prestanome.

È doveroso tener presente come la criminalità organizzata in questo ultimo periodo potrebbe annoverare tra i suoi interessi principali quello verso i fondi del PNNR. Anche il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha lanciato l’allarme sul pericolo concreto che i fondi del PNRR e le imprese siano nel mirino dell’‘ndrangheta. (…)

IL RUOLO DEI GRANDE ARACRI

La cosca dei GRANDE ARACRI continua ad esprimere la sua presenza nel territorio mentre nel capoluogo risulta attiva quella dei GAGLIANESI e degli ZINGARI soprattutto nei quartieri meridionali della città. (…) Permane l’operatività delle ‘ndrine nel settore degli stupefacenti in linea con il trend che vede la criminalità organizzata calabrese come principale importatore e distributore del mercato degli stupefacenti. (…)

Nell’area del territorio di Lamezia Terme ed in particolare in Sambiase, Sant’Eufemia, Curinga e Nocera Terinese è attiva la cosca IANNAZZO-DA PONTE-CANIZZARO. La TORCASIO-CERRA-GUALTIERI opera invece a Nicastro soprattutto nel centro storico e in località Capizzaglie. Nel restante territorio di Nicastro sono attivi i GIAMPÀ. (…)

Nella zona di Soverato operano oltre alla sopracitata cosca dei GALLACE di Guardavalle i SIA-PROCOPIO-TRIPODI. Infine nell’area delle cd. Preserre, ovvero nei comuni di Chiaravalle e Torre di Ruggiero sono attive le cosche IOZZO-CHIEFARI.

‘NDRANGHETA IN CALABRIA, LE COSCHE NELLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA

Nella provincia di Vibo Valentia continua l’egemonia della cosca dei MANCUSO di Limbadi qualificato interlocutore con i clan della provincia di Reggio Calabria e in particolare con quelli stanziati da tempo nella Piana di Gioia Tauro.
La provincia vibonese negli ultimi tempi è stata oggetto di diverse operazioni e inchieste giu-diziarie quali “Rinascita-Scott” e “Imponimento” ampiamente descritte nei semestri precedenti. (…)

A Vibo Valentia si registra la presenza dei LO BIANCO-BARBA, dei CAMILLÒ-PARDEA e dei PUGLIESE, mentre sul litorale del capoluogo dei MANTINO-TRIPODI che vantano proiezioni anche fuori regione. Nell’hinterland della città è persistente il locale di Piscopio.

Nelle zone tra Maierato, Stefanaconi e Sant’Onofrio risultano rispettivamente attive le famiglie PETROLO, PATANIA e BONAVOTA. Nell’area di Serra San Bruno sono presenti i VALLELUNGA-Viperari, mentre nel comune di Soriano Calabro gli EMANUELE in contrasto con i LOIELO.

Nella zona di Zungri e Briatico rimane attiva l’operatività degli ACCORINTI-FIAMMINGO-BARBIERI-BONAVENA, a Tropea sono presenti i LA ROSA, mentre nei comuni di Piz¬zo Calabro, Francavilla Angitola, Filogaso e Maierato sarebbero attive le famiglie FIUMARA, MANCO e CRACOLICI.

‘NDRANGHETA NELLA PROVINCIA DI CROTONE

Nel territorio della provincia crotonese si continua a registrare la presenza egemone dei GRANDE ARACRI di Cutro, ormai da anni punto di riferimento delle altre consorterie criminali della provincia con significative proiezioni nel nord Italia.

Nel capoluogo risulterebbero operative le famiglie VRENNA-CORIGLIANO-BONAVENTURA e i BARILARI-FOSCHINI. La famiglia TORNICCHIO-MANETTA rimarrebbe egemone in località Cantorato, mentre i MEGNA e i RUSSELLI sarebbero attivi nella frazione di Papanice e a sud del capoluogo, nella zona di Isola di Capo Rizzuto sono attivi gli ARENA-NICOSCIA-MANFREDI-CAPICCHIANO. (…)

La famiglia MANFREDA rimarrebbe egemone nell’area di Petilia Policastro ove si registra l’operatività di epigoni dei COMBERIATI-GAROFALO che appaiono fortemente indeboliti dalle inchieste degli ultimi anni con una presenza sempre meno attiva.

A Mesoraca risulta attivo il gruppo FERRAZZO mentre a Cirò risultano operativi i FARAO-MARINCOLA i quali confermerebbero la loro pericolosità anche nel nord Italia. A Strongoli sarebbero presenti i GIGLIO, mentre a Belvedere di Spinello, Rocca di Neto, Santa Severina e in altri comuni della Valle del Neto risultano attivi gli IONA-MARRAZZO-OLIVERIO e a Roccabernarda i BAGNATO.

‘NDRANGHETA IN CALABRIA, LE COSCHE NELLA PROVINCIA DI COSENZA

La provincia di Cosenza continua a registrare la presenza e l’operatività delle cosche LANZINO-PATITUCCI, PERNA-CICERO, nonché quella degli ABBRUZZESE e RANGO-ZINGARI rappresentata da eredi della cosca BRUNI e degli ZINGARI con a capo elementi della famiglia RANGO.

Gli interessi criminali nell’area sono sempre rivolti sia alle tradizionali attività illecite quali le estorsioni, l’usura e i traffici di droga, sia agli appalti. (…)
Nella zona tirrenica della provincia risulterebbero tuttora attivi i clan dei VALENTE-STUMMO a Scalea e nell’area di Paola dei MARTELLO-SCOFANO-DITTO e SERPA tra loro contrapposti e dei RANGO-ZINGARI di Cosenza.

Ad Amantea invece sarebbero operative le famiglie BESALDO, GENTILE e AFRICANO, mentre i MUTO risulterebbero attivi soprattutto nel traffico di sostanze stupefacenti a Cetraro.

Sul versante jonico cosentino dalla Sibaritide fino a Scanzano Jonico (MT) sono tuttora egemoni a Cassano allo Ionio gli ABBRUZZESE e i FORASTEFANO-PORTORARO-FAILLACE a Rossano i GALLUZZI-ACRI-MORFÒ, nonché altri gruppi locali dediti prevalentemente al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e ai correlati atti intimidatori specie nelle zone a vocazione turistica.

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