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Nicola Irto

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Il voto in Calabria, l’autocritica del Pd: «Adesso una seria riflessione»

LAMEZIA TERME – Il Partito Democratico incassa la sconfitta elettorale alle recenti elezioni politiche e guarda all’imminente futuro. «Faremo un’opposizione netta e dura ad una destra che è un problema per l’Italia e un’opposizione netta e dura al governo regionale». Il segretario calabrese del partito Nicola Irto, dalla sede regionale di Lamezia Terme, è perentorio anche se «non nasconde l’amarezza per il voto» e «la consapevolezza che il Pd non ha saputo interpretare le esigenze delle nuove generazioni».

«È mancato il loro voto» ha ammesso alla presenza dei vertici regionali del partito e degli eletti dem al parlamento. Oltre a Nicola Irto al Senato saranno, infatti, Nico Stumpo ed Enza Bruno Bossio alla Camera dei deputati a costituire la pattuglia della Calabria del Pd in Parlamento. Il 19% circa raggiunto dal partito su scala nazionale e, soprattutto il 14% circa a livello regionale implicano una seria riflessione.

«Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane – ha osservato Irto – saremo impegnati in un’attenta analisi sul territorio con i rappresentanti provinciali. Il dato elettorale del Pd è direttamente proporzionale all’avanzata del Movimento 5 Stelle». E da qui è partita la sua analisi: «Un calabrese su due è stato a casa e non ha votato. Bisogna aprire una seria riflessione. È un gigantesco deficit per la nostra Regione».

Irto ha ammesso senza mezzi termini: «Vince la destra in Italia ed il Pd nel Mezzogiorno perde clamorosamente, sia nelle Regioni in cui governa che in Calabria. Dobbiamo ritornare sui territori, serve una nuova piattaforma per il Mezzogiorno. Qui il Pd deve essere protagonista».

Altro obiettivo, ha puntualizzato il segretario dem, «è quello di ricollocare il Pd nella società calabrese e avvicinare i cittadini alla politica. Il partito in Calabria ha straordinarie professionalità». «In ogni caso – ha concluso Irto – abbiamo eletto tre rappresentanti nelle tre aree della Calabria: nord, centro e sud».

«La sconfitta – ha affermato Nico Stumpo – è pesante sul piano nazionale e territoriale. Non siamo riusciti ad intercettare un elettorato che è storicamente il nostro: ceto medio e classe operaia». Ma non solo, nella sua analisi Stumpo ha evidenziato: «Il mondo giovanile è confluito al di fuori del contesto dell’offerta politica, nei gruppi antisistema. Tra i 18 e 24 anni hanno votato Pd solo il 16% dei cittadini». «Bisogna rimettersi al lavoro – ha concluso Stumpo – e arrivare alla vittoria alle prossime elezioni politiche».

Per l’altra deputata eletta alla Camera Enza Bruno Bossio «il Pd ha perso non tanto in termini percentuali, ma soprattutto perché non è riuscito nel Mezzogiorno a tutelare quegli interessi per i quali si contraddistingue da sempre: disuguaglianze sociali e mondo giovanile».

Enza Bruno Bossio ha indicato la strada: «Dovremo essere in grado di fare opposizione conducendo delle battaglie politiche per riuscire a dare, anche da questa collocazione, delle risposte ai problemi del Paese».

«Probabilmente il Pd – ha sentenziato Francesco Pitaro – ha smarrito la propria identità. Essere all’opposizione non deve costituire una tragedia ma un’opportunità». Hanno fornito il loro contributo al dibattito anche Francesca Donato e Vittorio Pecoraro, rispettivamente candidati all’uninominale nel collegi Cosenza Tirreno e Corigliano Rossano. Alla fine la conclusione è stata unanime: «Il congresso deve sancire il rilancio del partito».

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