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LA DENUNCIA È dell’Associazione Intercomunale Lucania e si riferisce a quanto accaduto lo scorso 8 settembre a Genzano.
L’intero abitato è stato investito da intensi, persistenti e nauseabondi odori di sostanze in putrefazione. «Una situazione che è perdurata svariate ore con comprensibili lamentale dei cittadini, intrappolati nelle abitazioni per la chiusura di porte e finestre». L’odore è stato peristente anche nei comuni limitrofi di Banzi e Palazzo San Gervasio.
Le spiegazioni delle autorità non hanno convinto l’associazione, secondo il cui giudizio: «La causa non sarebbe riconducibile, almeno non direttamente, alla “porcilaia” in Contrada Madama Giulia in agro di Banzi. Piuttosto, preoccupano gli impianti per la produzione di energia elettrica da biomassa di grandi dimensioni che spesso sono interessati da esalazioni maleodoranti che si spandono in un raggio d’azione di diversi chilometri e che spesso non sono adeguatamente sottoposti a controlli sul digestato. Per tale motivo, è stata inviata una lettera di denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza rendendo partecipi le amministrazioni comunali di Genzano, Banzi e Palazzo affinché si attivino presso le sedi competenti a chiedere con la massima urgenza, in qualità di Autorità sanitarie locali, controlli sugli impianti a biomassa ricadenti nei lori territori ed in aree limitrofe».
A detta dell’associazione, “occorre assicurarsi che nella progettazione degli impianti a biomassa per la produzione di biogas, ricadenti nei territori dei citati Comuni, sia stato valutato correttamente il disturbo arrecato ai recettori sensibili più vicini quali le abitazioni rurali e i centri urbani”.
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