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PETILIA POLICASTRO (CROTONE) – Oltre 400 metri quadrati dell’ex carcere di Petilia Policastro, nel crotonese, sono stati trasformati dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Amedeo Nicolazzi, in una casa di accoglienza per migranti. Da ieri nella struttura vengono ospitati 35 minori eritrei sbarcati in mattinata a Crotone. La struttura, realizzata interamente con fondi comunali, ha 35 posti letto, una grande cucina e tutti i confort. Stamane il sindaco ha giocato a calcio con i ragazzi.

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L’ex carcere di Petilia Policastro si estende complessivamente su una superficie di 2.000 metri quadrati. Nei mesi scorsi una parte della struttura era stata utilizzata per realizzata una piscina comunale per disabili. Nelle settimane scorse, con una serie di economie comunali, l’amministrazione ha avviato i lavori ed ha realizzato la casa di accoglienza per i migranti. Ieri, dopo lo sbarco avvenuto a Crotone di 860 persone, la Prefettura ha deciso di inviare a Petilia Policastro i 35 minori eritrei.

Il sindaco, Amedeo Nicolazzi, ha deciso di chiamare la struttura casa di accoglienza e non “centro” perché «noi vogliamo offrire – ha detto – una vera e propria casa a queste persone che fuggono da immani tragedie». Nicolazzi ha subito stretto amicizia con i ragazzi ospiti della struttura e stamane, dopo una visita per definire gli ultimi dettagli per l’accoglienza, ha deciso di partecipare ad “partitella” di calcio con i ragazzi. Grande entusiasmo e spensieratezza durante i momenti di gioco. 

«La realizzazione della casa dell’accoglienza è una risposta concreta alle parole di Matteo Salvini contro il sud e contro l’accoglienza dei migranti» ha spiegato lo stesso Nicolazzi. «Il 28 agosto – aggiunge – è arrivata una circolare del Ministero dell’Interno con la quale si sollecitavano i sindaci a verificare la presenza di strutture da utilizzare per l’accoglienza. Immediatamente ci siamo messi in moto e, attraverso una serie di economie di fondi comunali, abbiamo realizzato questa casa dell’accoglienza. Devo essere sincero – prosegue Nicolazzi – che a distanza di poche ore dal loro arrivo mi sento più io integrato a loro. Questa nostra opera è una risposta concreta al dramma di tante persone che fuggono dalle atrocità della guerra. E’ una risposta concreta a quel Salvini che non perde occasione per affrontare in negativo il tema dell’immigrazione. Voglio ringraziare tutti coloro che si sono messi subito a lavoro consentendo la realizzazione di questo nostro piccolo contributo al drammatico
fenomeno dell’immigrazione».

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