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Foto Ansa

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Sono diciassette le ordinanze di demolizione non ancora eseguite, riguardanti manufatti abusivi nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, costruiti in zone agricole, residenziali e masserie.

È quanto emerge da un rilevamento degli immobili abusivi effettuato dal reparto Carabinieri Parco. I dati sono stati presentati in occasione della firma del protocollo d’intesa tra il Parco dell’Alta Murgia, Procure, Prefetture di Bari e Bat e Carabinieri Forestali contro gli abusi edilizi per accelerare le procedure di demolizione con una sinergia istituzionale.

«L’accordo siglato vuole contrastare con un’azione preventiva chi costruisce per vie illegali – dichiara il presidente del parco Alta Francesco Tarantini – attraverso una cooperazione che mette insieme per la prima volta in Italia Prefetture e Procure sul tema degli abusi edilizi, per velocizzare il più possibile le procedure di demolizione.»

«Il nostro Ente – aggiunge – ha inoltre istituito in bilancio un apposito capitolo per contribuire all’abbattimento dei manufatti. L’obiettivo è scongiurare il sorgere di nuovi abusi, migliorando così la tutela del Parco dell’Alta Murgia».

Così come viene precisato in una nota del Parco, «rilevati gli immobili abusivi da parte dei Carabinieri Forestali, priorità di abbattimento sarà data alle opere rientrati in zona A (area di tutela integrale), cui seguiranno quelle in zona B (riserva generale orientata), in zona C (area di protezione) e infine in zona D (area di promozione economica e sociale)”.

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