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L'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone

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CROTONE – L’ecodoppler dei tronchi sovraortici? «Signora, si presenti l’8 febbraio del 2024, alle ore 11.30, al piano terra dell’ospedale di Crotone». Questa è la risposta data dall’operatore del Cup ad una paziente crotonese, ultracinquantenne, che accusa forti vertigini.

Per lei si tratta della prima prescrizione strumentale. Il suo medico curante ha indicato come quesito diagnostico l’ateromasia. Se la paziente è rimasta sbigottita, sentendo la data della prenotazione, il marito l’ha invitata a compilare subito la relativa scheda per segnalare la violazione della normativa nazionale di riferimento sulle liste di attesa.

Ma perché le liste di attesa sono così lunghe con buona pace della prevenzione? Il direttore del Distretto unico, Pietro Brisinda, additò, mesi fa, «l’esagerata ed inappropriata richiesta». Nondimeno, in una recentissima lettera aperta, indirizzata al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, stante la sua carica di commissario ad acta della sanità calabrese, e, per conoscenza ai vertici dell’Asp di Crotone, il coordinamento provinciale dell’Opera nazionale mutilati invalidi civili (Onmic) ha denunciato: «il Cup, anziché recuperare le liste di attesa, chiude illegalmente le agende per tutto il mese di agosto e per tutto il mese di dicembre di ogni anno, e gli specialisti restano senza lavorare nei giorni in cui non sono in ferie».

Il caso dell’ecodoppler per la paziente di Crotone non è, purtroppo, isolato. C’è un precedente, che introduce un altro aspetto, quello dell’intramoenia. Anche un pensionato cirotano, Fortunato Gentile, ha una prenotazione per il 2024, esattamente per il mese di settembre. Il 4 maggio scorso, un’operatrice del Cup gli spiegò che avrebbe dovuto attendere appunto due anni e quattro mesi per una visita cardiologica. Se, invece, avesse prenotato a pagamento, si sarebbe potuto sottoporre alla visita cardiologica entro una settimana.

Il pensionato, che ha un passato da sindacalista, si indignò moltissimo. «L’unica alternativa – si chiese – è pagare per farsi visitare dallo specialista che opera nello stesso Distretto? A pagamento la visita viene effettuata in tempi brevissimi. Se, invece, pur pagando le tasse, non paghi la visita, devi aspettare tutto questo tempo, sperando di rimanere in vita».

Alla fine, indispettito, si recò presso lo studio privato di un cardiologo. A parere di molti cittadini, deve essere rivisto il funzionamento dell’intramoenia, perché è lo stesso medico specialista che programma una serie di visite da effettuare al di fuori del normale orario di lavoro, utilizzando gli ambulatori, gli strumenti e il personale della struttura sanitaria pubblica in cui lavora, a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa. Le prestazioni sono generalmente le medesime che il medico specialista deve erogare, sulla base del suo contratto di lavoro con il Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la normale operatività come medico ospedaliero.

Il segretario generale della Fp-Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Francesco Grillo, sintetizza: «È lo stesso medico che decide, e con l’intramoenia il guadagno è maggiore. Il paziente paga, come se fosse una visita privata, una quota va al medico e una agli operatori sanitari».

Grillo, pertanto, propone: «Un focus sull’utilizzo dell’intramoenia. È necessario verificare se queste prestazioni sono effettivamente erogate fuori dell’orario di servizio».

Come si riducono le liste di attesa? «Sia il Governo centrale sia la Regione stanziano le risorse, le Aziende sanitarie elaborano progetti ad hoc, utilizzando personale sanitario in regime di lavoro straordinario», puntualizza il sindacalista.

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