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MATERA – Discarica, città sporca e cementificio.

Non ci sono solo questi temi fra le priorità dell’assessore Stefano Salvatore Zoccali, ma certo sono i più urgenti, quelli che in queste settimane animano il dibattito cittadino e politico.

«Il problema della discarica a Matera non è all’ordine del giorno – chiarisce subito – esula dai nostri programmi perchè nel rispetto delle direttive della Comunità europea, lavoriamo per cercare di giungere al risultato dei rifiuti zero; non dobbiamo portare molti rifiuti in discarica, attivando da subito un sistema di trattamento e recupero per giungere a questo obiettivo. La discarica va chiusa con un progetto che, come indica la Regione, ne preveda la bonifica. Nel frattempo sono stati installati dei piezometri, è stata finanziata la caratterizzazione per valutare se l’attuale situazione della discarica inquina la falda. Se così fosse, si dovrebbe prevedere una bonifica di un certo tipo, in caso contrario l’operazione sarebbe diversa. La finalità resta quella programmata dal precedente consiglio comunale e che porta alla chiusura della struttura. Non c’è altro in cantiere, non ci sono altre idee, abbiamo però l’obbligo di bonificare in modo corretto».

Il 5 agosto scorso il Comune di Matera ha presentato una richiesta di Aia e Via per l’incremento volumetrico del III, IV e V settore, l’installazione di un impianto di biostabilizzazione, dismissione dell’impianto di compostaggio, trattamento del percolato e recupero del biogas. Come mai?

«Alla Regione c’era un progetto sul quale la Regione espresse le sue preoccupazioni, ragione per cui furono installati i piezometri. La finalità dell’amministrazione attuale è che questo passaggio ci consenta di giungere alla chiusura e bonifica della discarica, perchè stiamo elaborando un progetto di raccolta, trattamento e smaltimento di rifiuti con l’obiettivo di non usare la discarica. Quando mi sono insediato, la Regione mi chiese che fine avesse fatto il progetto di caratterizzazione che abbiamo fatto procedere. La chiusura della discarica dovrà essere attuata nel rispetto di tutte le indicazioni, evitando che ci siano infiltrazioni, riempiendola delle cubature necessarie, di metterla in bonifica con acque di ruscellamento che verranno convogliate nei canali».

Entro la fine di agosto, annuncia Zoccali, una apposita conferenza stampa chiarirà lo stato dell’arte per evitare di parlare in corso d’opera.

«La Regione, approvando il progetto di chiusura che abbiamo presentato ha tutti gli interessi che i controlli vengano effettuati regolarmente».

E sulla Tari annuncia novità nel 2016.

«L’assessore al Bilancio non ha potuto fare a meno di procedere con l’aumento – spiega – La legge infatti stabilisce che i costi vadano ribaltati. Stiamo attivando, per questo, con somma urgenza l’affidamento a una piattaforma di trattamento fino a dicembre, che consenta di abbassare i costi di smaltimento. Già nel bilancio 2016, le somme potranno essere riviste e si potrà pensare a un recupero di questi aumenti perchè le economie di scala saranno certamente più significative».

L’ex assessore Rivelli in una intervista di qualche giorno fa, ha fatto riferimento agli indirizzi per il bando di gestione dei rifiuti che sarebbero pronti, insieme a 5 milioni di euro. Qual è la situazione?

«Non è mai stato attivato, lo faremo noi. Sono stato alla Regione e in tempi non molto lunghi lo realizzeremo. I milioni sono 5,9».

In città restano molti problemi a causa dei rifiuti..

«Molti? Direi che i problemi sono enormi. La gestione è pessima. Incontrerò la società che ne occupa. Nell’interregno verso il progetto di cui ha parlato l’assessore Rivelli, circa un anno, bisognerà comprendere. O la società che gestisce ora, comprende qual è il servizio da svolgere (e in questo caso prorogheremmo per sei mesi), altrimenti non possiamo accettare che i cittadini abbiano un servizio pessimo. Pensiamo prima a loro e poi agli ospiti. Il salotto bello a casa, intanto lo vivo io e poi chi viene a trovarmi».
I padroni di casa, i materani, potrebbero fare qualcosa in più?

«La mia idea è che se noi forniamo un servizio idoneo, i cittadini si aiutano da soli. Se il cestino è pieno non posso che buttare la carte per terra, se i cassonetti sono divelti, la colpa non è del cittadino che si educa fornendogli servizi idonei».

Il servizio di raccolta porta a porta non registra percentuali altissime, anche se non drammatiche. Potrebbe essere esteso a tutta la città?

«Il nuovo progetto prevede il porta a porta dovunque e eliminerà progressivamente l’uso dei cassonetti. Avrebbero dovuto farlo con la precedente amministrazione. Ci hanno lasciato solo i soldi ma avremmo preferito non trovare un centesimo ma avere un servizio già attivato».

Siamo in ritardo, dunque?

«Alcuni comuni si sono già organizzati. Ora si tratta di farlo anche a Matera. I fondi saranno disponibili fino al giugno del prossimo anno, quindi bisogna fare presto per non perderli».

La sua esperienza in questo stesso ambito, a livello regionale. Oggi il suo incarico è, per alcuni versi, una gatta da pelare o ne ha viste di peggio?

«L’ambiente è un settore delicato da affrontare ed è ancora più particolare per questa città che contiene al suo interno tante realtà che la compongono. I Sassi ne sono una parte, ma anche il resto di Matera si è sviluppato. Il progetto ambientale dei rifiuti, non potrà essere uguale in tutte le zone; avrà bisogno di particolare attenzione a seconda dei quartieri o alle frazioni. In quanto, poi, a quello a cui vado incontro, io sono un’ottimista. Infatti al mio arrivo a Matera il consiglio regionale ha approvato la legge che mi consente di fare ciò che avevo intenzione di fare. Come si fa a non essere ottimisti? Naturalmente mi occuperò anche di temi come quello i parchi, il verde pubblico e il cimitero. Tutti aspetti che affronteremo a breve».

I miasmi della Gravina e il cementificio sono altri aspetti da affrontare

«Nel primo caso, l’assessore Berlinguer mi ha annunciato di aver scritto alla Regione Puglia perchè c’è un problema di concertazione. Per quanto il deupratore di Altamura possa funzionare benissimo, c’è un’antropizzazione intorno al torrente Jesce che è a valle dell’impianto. E’ da qui che bisogna partire per giungere ai problemi della città. Bisogna aggredire contemporaneamente tutti questi aspetti. In quanto al caso del cementificio è uno dei casi atavici di Matera per il luogo in cui si trova. Bisogna chiedere con forza il monitoraggio e dire noi che monitoraggio vogliamo. Il controllo è alla base di tutto. Porterò la questione all’attenzione della commissione Ambiente entro la fine di agosto per poter discutere con i consiglieri. A differenza di quanto previsto dal protocollo d’intesa fra Comune e cementificio, deve essere inserito nelle prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) che hanno più valore dell’intesa con l’amministrazione comunale. Dobbiamo pretendere che siano contenute in questo atto. Bisogna poi individuare i soggetti responsabili del monitoraggio e prevedere un’attività continua da cui non si può prescindere. Il potere decisionale spetta ai consiglieri». 

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