Piazza della visitazione e il Comune di matera
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MATERA – Incarichi pilotati a Matera, restano agli arresti domiciliari l’architetto Francesco Gravina, ex dirigente dell’ufficio Opere pubbliche del Comune di Matera, l’ex capo dell’ufficio tecnico ed ex responsabile della Stazione unica appaltante (Sua) alla Provincia di Matera, Domenico Pietrocola, e l’ingegnere materano Tommaso Di Bari.
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Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Potenza respingendo i ricorsi presentati dai difensori dei tre destinatari dell’ordinanza di misure cautelari spiccata a fine luglio dal gip di Matera Valerio Sasso nell’ambito dell’inchiesta soprannominata “Allattamento”, su un presunto sistema per pilotare l’affidamento di incarichi di progettazione da parte del Comune di Matera.
Il collegio presieduto da Daniela Di Gennaro e completato Chiara Maglo e Barbara Auriemma ha respinto le richieste di annullamento delle misure cautelari avanzate dai difensori degli indagati: Leonardo Pace ed Eustachio Dubla per Gravina; Annamaria Buccico per Pietrocola; e Nicola Rocco per Di Bari.
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Incarichi pilotati a mAtera, per molti cadono i gravi indizi
Per circa un quinto dei 43 capi d’imputazione per i quali il gip ha disposto gli arresti, tuttavia, il Riesame ha escluso l’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza necessari. Non appena saranno depositate le motivazioni della decisione, quindi, i difensori hanno già annunciato l’intenzione di rivolgere le loro doglianze alla Corte di cassazione per un vaglio ulteriore sull’impianto dell’inchiesta. Lo stesso Riesame, invece, dovrebbe tornare a occuparsi della vicenda, al ritorno dalla pausa estiva, quando arriveranno in udienza l’appello annunciato dal procuratore capo di Matera, Pietro Argentino, sulle misure cautelari respinte dal gip Sasso per altri 28 indagati nell’ambito della medesima inchiesta, e quello contro due ordinanze di interdizione dai pubblici uffici spiccate nei confronti di due funzionari del Comune.
Durante la discussione dei ricorsi appena respinti il procuratore era stato oltremodo esplicito nelle critiche al provvedimento del gip nella parte in cui non ha condiviso la tesi degli inquirenti sia nel merito delle contestazioni che del presunto rischio di reiterazione dei reati contestati.
Il gip aveva evidenziato, infatti, come fosse d’ostacolo alla concessione degli arresti richiesti “la circostanza della ragionevole applicabilità della sospensione condizionale” delle pene, in caso di condanna per le condotte contestate, “nonché il fatto che si tratta di reati commessi in una specifica occasione (ad esempio, il voto in consiglio comunale)”.
“Appare di tutta evidenza – scrive ancora il gip – che molti degli indagati per i quali si richiede la misura solo marginalmente hanno avuto contatti coi principali protagonisti della vicenda il che rende decisamente insussistente il pericolo di reiterazione di reati della stessa indole”.
Incarichi pilotati a Matera, le accuse ipotizzate dai pm
Le accuse ipotizzate dai pm di Matera ai 90 indagati dell’inchiesta “Allattamento” vanno dall’associazione a delinquere alla truffa aggravata passando dall’abuso d’ufficio, la corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, la concussione, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, la rivelazione e l’utilizzazione di segreti di ufficio, la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, la turbata libertà degli incanti, il traffico di influenze illecite, e il falso ideologico.
Diverse le opere pubbliche materane attorno alle quali si sarebbero mossi gli interessi gli indagati come la tangenziale ovest, la riqualificazione di piazza della Visitazione con annesso parcheggio interrato, la costruzione della nuova scuola Torraca, la realizzazione della Casa e Giardino delle Tecnologie emergenti, la realizzazione del nuovo tratto stradale denominato “delle cave” o “delle rondinelle”, la riqualificazione del teatro “Duni” e la realizzazione di una nuova sala consiliare contigua al palazzo di città.
La ricostruzione della Guardia di Finanza
I militari della Guardia di finanza hanno ricostruito il funzionamento di un sistema in cui Di Bari avrebbe materialmente redatto i progetti preliminari sottoscritti dai funzionari del Comune. Lo stesso Di Bari poi, con la complicità di Gravina e Pietrocola, avrebbe pilotato l’affidamento di incarichi collegati agli interventi in questione a studi professionali esterni, da lui stesso individuati e che lo avrebbero ricompensato per l’attività di intermediazione svolto. Un altro capitolo dell’inchiesta, invece, riguarda «l’allattamento» di una serie di esponenti politici in carica nel Comune, «al fine di comprare il loro consenso, in consiglio comunale ed in Commissione, affinché fossero approvate le progettualità, mediante l’affidamento o la promessa di incarichi pubblici a soggetti segnalati dai consiglieri stessi».
Tra gli indagati compaiono anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Piergiorgio Quarto, e due ex sindaci di Matera, Raffaello De Ruggieri e Nicola Buccico.
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