Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto
3 minuti per la letturaCOSENZA – Il grande centro alla fine era solo un bluff. Il rassemblement moderato attorno l’agenda Draghi che aveva ventilato Matteo Renzi non ci sarà. L’ufficialità è arrivata ieri con Calenda che ha definitivamente stretto l’accordo con il Pd ottenendo in cambio un bel po’ di collegi che poi significa parlamentari e pazienza se qualche voto questa intesa lo porterà via.
Stessa cosa dicasi per i partiti di centro del centrodestra che proprio ieri hanno sottoscritto l’accordo con i loro alleati principali. I grandi partiti, aiutati certamente dalla legge elettorale e dal taglio dei parlamentari, hanno alla fine fagocitato, attraendola a sé l’illusione del centro moderato.
Ieri a Roma c’è stato anche il vertice del centrodestra a cui hanno partecipato Antonio Tajani e il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, per Fi, Ignazio La Russa, Francesco Lollobrigida e Giovanni Donzelli per Fdi, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti per la Lega, Lorenzo Cesa e Antonio De Poli per l’Udc e Saverio Romano per Noi con l’Italia. Gli undici collegi che erano rimasti in bilico sono stati equamente divisi fra Coraggio Italia e Noi con l’Italia, Sgarbi e il movimento di Brugnaro. L’Udc, sempre a proposito di partiti di centro, correrà con Forza Italia.
Se questo è il quadro della divisione dei collegi per i candidati c’è ancora da attendere. La partita per Occhiuto non è affatto banale. Non a caso il Governatore ha tenuto una riunione con tutti i consiglieri regionali di Forza Italia e cespugli dove ha detto a tutti «consideratevi candidati». Un chiaro segnale ai partner che devono lavorare il più possibile sui territori per portare in dote una affermazione, anche coloro che difficilmente saranno eletti devono portare numeri. D’altronde se Forza Italia nel resto d’Italia sembra mal messa, in Calabria conserva sempre uno zoccolo duro consistente come hanno dimostrato le ultime regionale dove i forzisti hanno avuto il 14% dei consensi.
Occhiuto potrebbe quindi fare bingo se porta ai tavoli romani un risultato a doppia cifra o comunque doppio rispetto ai dati nazionali. Anche perché dietro i numeri c’è la pattuglia di parlamentari che a lui risponderanno.
Ed è evidente che un risultato lusinghiero, ampiamente alla portata dei forzisti calabresi, gli consentirebbe una proiezione nazionale ancora più salda di quella che ha adesso.
L’obiettivo è quello di assurgere definitivamente a leader nazionale di un partito moderato a trazione meridionale. Non è il primo presidente di giunta regionale che tenta la scalata verso l’Olimpo e i precedenti non sono per nulla incoraggianti, basti pensare a Toti. Ma la grande fluidità dell’attuale quadro politico e il ruolo guida nella regione giocano tutti a favore di Occhiuto che d’altronde dopo le amare sconfitte delle amministrative aveva annunciato che sarebbe sceso in campo per le Politiche da buon dirigente di partito.
C’è da aspettarsi quindi un’accelerazione di attività soprattutto sul fronte della comunicazione. L’importante è che l’impegno elettorale non abbia ricadute negative sull’ordinaria (ben poca per la verità viste le numerose emergenze) attività amministrativa della Regione.
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