La sede del comune di Potenza
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POTENZA – Di servizi migliori, al momento, neppure l’ombra. Il servizio di raccolta differenziata non è certo soddisfacente, la città appare in molte zone piuttosto sporca, diversi cittadini lamentano quest’anno anche l’assenza di disinfestazione: le zanzare non sono mai state così presenti nell’estate potentina. E non parliamo dei trasporti, sempre più in caduta libera, della condizione delle strade e, in generale, del livello di vivibilità.
Servizi al lumicino quindi ma, in compenso, quello che ai cittadini di Potenza non mancherà sarà un’ulteriore stangata. Perché – sempre a causa di un dissesto che rappresenta ormai un peccato originale da cui la città non riuscirà ad alzarsi mai più – la giunta comunale di Potenza ha approvato l’ennesimo aumento delle tasse, quello dell’addizionale Irpef.
Il documento, che dovrà ora passare il vaglio anche del consiglio comunale, prevede un ulteriore aumento dello 0,4%, il che porta l’imposta comunale all’1,2%, decisamente più alta rispetto al massimale normalmente consentito.
Ma tant’è, il Bilancio è bloccato. Le spese correnti rigide – si legge nel documento della giunta – sono pari a 62.806.322. Di questi quasi 63 milioni, 14 milioni e 800 mila sono per il personale dell’Ente; 13 milioni e 100mila euro per rimborsi dei prestiti; altri 16 milioni e 200 mila euro sono spese per acquisizioni di beni e servizi. «Dati che dimostrano – si legge nel documento – l’assoluto rigidità del Bilancio comunale». E in questa situazione, sembrerà assurdo, ma i 14 milioni di contributo straordinario della Regione Basilicata, non bastano certamente a risolvere il problema.
Tra l’altro ci sono tutta una serie di contenziosi aperti «che espongono l’Ente a un significativo rischio di soccombenza». Il che significa che il Debito, che si aggira sugli 80 milioni di euro, potrebbe decisamente aggravarsi.
Ci sono poi da considerare «lentezze e difficoltà nel realizzo delle entrate di competenza comunale, in modo particolare dei residui attivi, che comportano un notevole aumento degli accantonamenti al Fondo crediti, di dubbia esigibilità, nonché un ritardo nei pagamenti».
Non sono stati anni facili – tradotto – neppure per i cittadini che, tra il pagare le tasse e fare la spesa, hanno spesso scelto la seconda opzione. Quindi di entrate il Comune ne ha avute decisamente di meno. Per questo tra le misure in programma c’è anche il recupero coattivo dei crediti. E non solo: è previsto un aumento dei fitti degli immobili, il taglio delle spese per alcuni servizi, la riduzione per l’organico.
Tutto questo per evitare un secondo Dissesto e ottenere l’aiuto del Governo nazionale, che ha previsto per i Comuni in difficoltà per quest’anno un fondo di 30 milioni. Altri 15 milioni sono previsti per il prossimo anno. Ma se si vuol accedere a queste misure, inevitabilmente le amministrazioni dovranno fare scelte più dure. Ed è quello che sta già succedendo.
Si calcola che chi ha un reddito lordo di 30.000 euro, dovrà ora versare al Comune di Potenza per l’addizionale Irpef circa 360 euro, ovvero 120 euro in più rispetto agli anni precedenti. E considerati gli aumenti praticamente di tutti i servizi, dall’energia al gas, dall’acqua ai prodotti alimentari, per i cittadini di Potenza sarà l’ennesimo salasso. Solo gli stipendi, infatti, continuano a non aumentare, mentre il lavoro si fa sempre più precario e le difficoltà sempre più concrete, come sottolineato proprio qualche giorno fa dai dati dell’Istat, che confermano che un lucano su tre è oramai povero.
E, c’è da scommetterlo, non sarà di consolazione sapere che questi debiti derivano dal passato, come viene ampiamente sottolineato nel documento approvato in giunta. La verità è che i cittadini del capoluogo sono anni che pagano tasse altissime per servizi non proprio efficienti. E la situazione non cambierà, stando così le cose. Inevitabile allora mettere in conto un’ulteriore problema: dalla città continueranno a fuggire i più giovani ma, come i dati sembrano confermare, anche la generazione tra i 40 e i 50 anni.
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