X
<
>

Gianni Amelio

Share
2 minuti per la lettura

GIANNI Amelio sarà probabilmente tra i registi italiani in concorso alla settantanovesima Mostra del cinema di Venezia con il suo nuovo film “Il signore delle formiche”. L’indiscrezione arriva a pochi giorni dalla conferenza stampa ufficiale di presentazione del festival, che si svolgerà il 26 luglio, ed è rilanciata dal settimanale Variety, che dà per certa la partecipazione del film di Amelio definendolo “saldamente nascosto tra gli ormeggi” della laguna. Gli altri rumors tricolore sono attorno a Emanuele Crialese con “L’immensità”, protagonista la star Penelope Cruz.

“Il signore delle formiche” è un biopic su Aldo Braibanti, il filosofo e drammaturgo partigiano incarcerato durante il fascismo. Il titolo fa riferimento alla passione dello scrittore toscano, che fu anche esperto di mirmecologia, per la vita e le abitudini degli insetti. Il caso Braibanti, colpendo un comunista, fu politico, ma aveva a che fare con l’omosessualità, ombra sospettosa che aleggiava sulla denuncia che portò nel 1968 alla condanna a nove anni di reclusione.

L’accusa era infatti di aver soggiogato l’allievo 23enne Giovanni Sanfratello per inculcargli idee di ateismo e antifascismo, alludendo all’amicizia sentimentale tra i due. Secondo i familiari del ragazzo, la relazione con Braibanti non era stata una scelta volontaria di Giovanni ma la conseguenza di una fascinazione diabolica e perversa da parte del professore, presunto pederasta e in quanto tale morboso.

La dura reazione di intellettuali e artisti all’infamità della sentenza avrebbe portato all’abolizione del reato di plagio, introdotto in quegli anni nel codice Rocco e oggetto di processo soltanto una volta, appunto per Braibanti. Il giovane Sanfratello fu invece internato in manicomio e sottoposto al trattamento di elettroshock per estirpare la malattia omosessuale.

Nel cast del film di Gianni Amelio, che uscirà nelle sale l’8 settembre, ci sono Luigi Lo Cascio nel ruolo del filosofo (dicono che sia una prova d’attore eccezionale, anche di trasformazione fisica nel personaggio) ed Elio Germano.

Già vincitore del Leone d’Oro con “Così ridevano”, il regista era già stato nuovamente in concorso al Lido con “Le chiavi di casa” senza ottenere altri premi, ma a Venezia (che fu vetrina del suo esordio nel lungometraggio con “Colpire al cuore”), era successivamente tornato come membro della giuria.

Parlando del “Signore delle formiche” in un evento con il distributore 01, Amelio ha dichiarato di aver scelto la storia di Braibanti non come un’operazione storica ma per parlare dei nostri tempi e “dare coraggio a chi in questo nostro paese barbaro non può avere potere”.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE