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NAPOLI – Non c’è solo il tentativo di scindere il distretto idrico Irpinia Sannio, né come denunciato dal nostro giornale, comportamenti al limite della legalità degli enti addetti alla politica delle acque, c’é soprattutto un criterio di equità da rispettare e la necessità di redistribuire a vantaggio dei cittadini campani, soprattutto irpini. La provincia di Avellino che rappresenta il bacino idrografico d’Europa disseta la Puglia con 6000 litri al secondo e Napoli con duecento litri al secondo, paradossalmente si ritrova esclusa dai fondi del PNRR. L’esclusione dell’Irpinia dai fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza è maturata, in seguito al mancato affidamento da parte dell’Ente Idrico Campano, della gestione del servizio nel distretto Calore irpino. Per l’EIC la situazione debitoria dell’ente gestore irpino, su cui grava una richiesta di fallimento della Procura di Avellino, costituisce uno scoglio enorme all’affidamento della gestione all’ente di Corso Europa. Eppure proprio sull’individuazione di gestori unici nei distretti idrici, proprio l’Ente idrico Campano sarebbe inadempiente rispetto agli obblighi normativi in materia contenuti nel Testo Unico dell’Ambiente.

L’articolo 172 del decreto legislativo n. 152/06 prevede che “gli enti di governo degli ambiti che non abbiano scelto la forma di gestione sono tenuti, entro il termine perentorio del 30 settembre 2015, ad adottare i predetti provvedimenti disponendo l’affidamento del servizio al gestore unico. Secondo il comma 4 dell’articolo 147 del testo Unico dell’Ambiente l’Eic avrebbe dovuto procedere all’individuazione dei gestori nei distretti idrici Un’indicazione ancora disattesa dall’Ente idrico Campano. Da qui, secondo le prescrizioni del decreto del decreto legislativo 152/06 la Regione Campania avrebbe dovuto dandone comunicazione all’Arera, applicare i poteri sostitutivi avviando entro trenta giorni le procedure di affidamento. Ma la regione Campania non avendo applicato i poteri sostitutivi potrebbe essere su segnalazione dell’Arera commissariata dal Governo. Sulla mancata individuazione dei gestori in Campania l’Autorità di Regolazione per Energia Reti ed Ambiente aveva già inviato una segnalazione, nel mese di luglio del 2021 in cui chiedeva “la necessità di un’azione di riforma urgente della normativa in considerazione del permanere di situazioni di mancato affidamento del servizio e per la parte maggioritaria degli ambiti territoriali della Campania”.

Una segnalazione quella di Arera su cui non si riscontra nessun impegno del Governatore De Luca. Anzi sulla vicenda delle gestioni su cui non c’è nessun piano di programmazione, cala il silenzio della Regione, pronta a sancire la divisione dell’ambito Calore irpino, nei distretti di Irpinia e Sannio. La provincia di Benevento con la diga di Campolattaro (già inserita nel PNRR) ed il contributo delle sorgenti di Solopaca, che copre solo circa il 20% del fabbisogno, avrà l’esigenza di prelevare di circa 400 litri al secondo, dalle sorgenti irpine. Un disegno quello sul distretto Calore irpino che andrebbe discusso in consiglio regionale, per incentivare i politici irpini a rompere un inaccettabile silenzio di fronte all’ennesimo scippo ai danni della propria terra.

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Rosa Curcio

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