Il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra
3 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, torna all’attacco e questa volta, sul suo profilo Facebook, mette nel mirino il senatore di FI e coordinatore regionale, Giuseppe Mangialavori, tra l’altro componente dello stesso organismo parlamentare del collega ex pentastellato.
Morra evidenzia come nell’inchiesta antimafia Imponimento, del 2020, contro il clan Anello di Filadelfia, si legga che “l’ex consigliere comunale di Vibo Francescantonio Tedesco, l’ex assessore del Comune di Polia Giovanni Anello, e tale Daniele Prestanicola di Maierato, sono accusati anche di aver “contribuito a formare la strategia del sodalizio criminale (clan Anello) in ambito politico, come quando promuovevano il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 per il dott. Mangialavori Giuseppe, poi eletto al Senato della Repubblica”.
Nelle carte si legge che “Anello e Daniele, soggetti appartenenti alla cosca, hanno incontrato Mangialavori Giuseppe”.
Il 29 aprile del 2921 la Cassazione ha respinto la richiesta di scarcerazione di Tedesco (accusato di associazione mafiosa ed estorsione aggravata) e nelle motivazioni i giudici spiegano che “l’analisi congiunta delle vicende del Resort Galia e della campagna elettorale di Mangialavori sono ritenute esplicative della condotta partecipativa, sottolineandosi la capacità dell’indagato Tedesco di operare sul versante economico e politico nell’interesse della consorteria. La Cassazione – aggiunge Morra – ha poi scritto che Tedesco viene indicato quale mediatore politico tra la cosca ed il candidato Mangialavori sulla base di indizi che assumono la valenza di gravità nell’esame del Tribunale del Riesame, immune da rilievi sulla tenuta logica del ragionamento e giustificano la conclusione secondo cui la sponsorizzazione di un candidato alle politiche costituiva una nuova prospettiva sul fronte elettorale, in linea con la contiguità tra la consorteria ed il mondo politico tratteggiata dai collaboratori di giustizia”.
Gli altri dati sottolineati dalla Cassazione, richiamando la decisione del Tribunale del Riesame, sono “la convinzione che Rocco Anello fosse in grado di apportare un forte contributo in termini di voti; l’interesse del Mangialavori per il sostegno elettorale che, tramite il Tedesco, poteva ricevere da Anello Rocco; l’intenzione di Rocco Anello di presenziare ad un evento elettorale solo se vi fosse stato anche Tedesco; la conferma del supporto del capocosca per l’affermazione del candidato sostenuto da Tedesco”.
Il presidente dell’organismo parlamentare evidenzia poi come la Dda di Catanzaro, sempre in Imponimento”, abbia riscontrato attraverso gli investigatori della Finanza che la “figlia di Tommaso Anello dal 2018 è dipendente della Salus Mangialavori Srl (laboratorio di analisi cliniche) con sede a Vibo Valentia”. Il 4 agosto 2021, poi, il collaboratore Bartolomeo Arena, in pubblica udienza nel corso del processo “Rinascita-Scott”, ha affermato che “nelle ultime elezioni politiche i Lo Bianco-Barba hanno manifestato interesse per il senatore Giuseppe Mangialavori, mentre noi abbiamo sempre sostenuto la sinistra, dal 1999 ai giorni nostri”.
Alla luce di tutto ciò, atteso che “il senatore Giuseppe Mangialavori con diversi attestati pubblici ha sempre lodato le inchieste del Procuratore Gratteri”, Morra chiede “per quale motivo il coordinatore regionale di Forza Italia non ha sinora spiegato i motivi per i quali è stata assunta nel 2018, anno delle elezioni politiche, nel suo laboratorio di analisi la figlia del boss Tommaso Anello? Quale componente della Commissione parlamentare antimafia, il senatore Mangialavori come intende contrastare il clan Anello di Filadelfia dal quale non risulta nessuna presa di distanza pubblica da parte della figlia di Anello? Perché il senatore Mangialavori non ha mai chiarito pubblicamente quanto scritto dalla Dda del Procuratore Gratteri nei confronti di tre arrestati dell’inchiesta “Imponimento” accusati di aver dirottato i voti del clan Anello nei suoi confronti? Perché il senatore Mangialavori nulla ha detto sul Comune di Vibo Valentia dove dalle inchieste “Rinascita-Scott” e “Rimpiazzo” emergono i nomi di dieci consiglieri comunali, quattro dei quali di Forza Italia? Perché tace sulla Provincia di Vibo, il cui presidente ora sotto processo è stato da lui voluto e sponsorizzato nel 2018? Perché tace su quanto emerso sui Comuni di Tropea e Capistrano?”.
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