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COSENZA – Il trasferimento dei rom nella tendopoli allestita dal Comune nei pressi della stazione e del centro per l’impiego di Vaglio Lise, fissato per i prossimi giorni, per adesso riguarderà solo le circa novanta persone alloggiate nel Ferrhotel. Resteranno ancora nelle baracche del campo lungo le sponde del fiume Crati gli altri circa 400 rom romeni per i quali è comunque previsto lo sgombero e il trasferimento nella stessa tendopoli. Lo ha precisato il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, anche alla luce del suo recente sopralluogo a sorpresa nel campo – avvenuto lunedì sera – durante il quale il rappresentante del governo ha avuto modo di constatare le difficili condizioni in cui vive la comunità nomade che si è insediata lungo le sponde del Crati, alle spalle della motorizzazione civile. 

Quel pomeriggio il prefetto ha anche avuto l’occasione di parlare con uomini e donne del campo, di ascoltare le loro preoccupazioni, la contrarietà al trasferimento in una tendopoli nella quale è previsto che in un’unica tenda debbano convivere dieci persone, di nuclei famigliari diversi, per tre o quattro mesi – ma non è escluso un tempo più lungo – tra i più caldi dell’anno, con rischi per la salute dei più anziani e dei più piccoli. Il trasferimento degli occupanti del Ferrhotel è un evento ormai improcrastinabile: si tratta di ore, in virtù della sentenza del Tar della Calabria che il 21 maggio 2015 ha accolto il ricorso di Rete Ferroviaria Italiana contro l’ordinanza del sindaco Mario Occhiuto che disponeva la requisizione del Ferrhotel per destinarvi i rom che l’anno scorso hanno perduto le proprie baracche durante l’incendio divampato nel campo. Ora il Tar ha ordinando al Comune di Cosenza di sgomberare l’immobile entro 15 giorni dalla notifica dell’ordinanza. Nello stesso tempo lo stesso tribunale amministrativo ha dato mandato al prefetto Tomao di eseguire la stessa ordinanza. E i termini scadono oggi. 

Mentre per lo spostamento degli abitanti del campo – tra i quali vive anche una piccola comunità di suore, quattro “piccole sorelle di Gesù”, che però ha a disposizione un vecchio camper – avverrà con più tranquillità, ha assicurato il prefetto. Tant’è che per domani mattina è fissato un incontro in prefettura con i rappresentanti della comunità rom e tutte la associazioni che si battono per il rispetto dei diritti e della dignità del popolo rom; le stesse che nei giorni scorsi hanno fatto sentire la propria voce contro la “pessima soluzione” della tendopoli: l’associazione 21 Luglio, il Moci, Amnesty International, l’Auser, l’Ambulatorio medico Senza Confini e le Suore Ausiliatrici. «È necessario – dicono le associazioni – scongiurare la segregazione razziale della comunità rom e assicurare che i piani del Comune di Cosenza per la chiusura del campo di Vaglio Lise si attengano scrupolosamente alle norme internazionali, per esplorare possibili e dignitose alternative di alloggio». 

E l’incontro di oggi dovrebbe servire a individuare quella «soluzione condivisa e partecipata, in linea con la Strategia nazionale di inclusione dei rom e dei sinti – come chiedono le associazioni – che sia graduale e dignitosa e che eviti le violazioni dei diritti umani che uno sgombero forzato comporterebbe inevitabilmente».

 

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